Avete mai pensato di viaggiare facendo volontariato da adulti? Si tratta di un’esperienza che consente di entrare davvero in contatto con il Paese che ci ospita. Un arricchimento duplice, sia dal lato culturale, sia dal lato umano. Vi ho già dato i miei consigli sul volontariato all’estero, partendo dal mio viaggio in Uganda, ma oggi ve lo faccio raccontare dalle parole di altre blogger: dal Workaway, ai progetti di sostegno a distanza, ai campi di volontariato in Europa, alle fattorie biologiche, al volontariato negli ospedali… ce n’è per tutti i gusti!
Volontariato con Workaway in Vietnam
Durante il mio lungo viaggio nel sud est asiatico ho fatto diverse esperienze di volontariato utilizzando diversi canali tra cui Workaway.
Workaway è una piattaforma online dove viaggiatori da tutto il mondo possono mettere in pratica le loro abilità per gli host, in cambio di vitto e alloggio. E’ una delle varie soluzioni per chi viaggia a lungo termine e vuole alternare il viaggio a lavoro volontario. Le attività che si possono svolgere sono tra le più svariate si va dall’insegnamento dell’inglese alla ristorazione vegana al lavorare in ostello.
Una tra le esperienze più belle che ho fatto è sicuramente tra le montagne vietnamite al confine con la Cina. Ero in un villaggio rurale ai piedi della montagna Tay Con Linh, in questa zona vivono alcune tribù tra cui Red Yao, conosciuti per avere i denti neri per la masticazione di betel. Inoltre in questa zona crescono gli alberi ancestrali del thè, riconosciuti patrimonio del Vietnam. Il thè cresce in modo selvatico, viene raccolto dalla popolazione locale e coltivato senza l’utilizzo di prodotti chimici. Questo incide positivamente sulla qualità.
Nel periodo che ho trascorso nel villaggio mi sono occupata di diverse attività: ho raccolto foglie da thè insieme alla popolazione locale, ho aiutato l’host nella gestione dei social e nelle giornate di brutto tempo insegnavo inglese ai bambini.
E’ stata una fantastica esperienza di crescita personale e di adattamento: l’acqua calda non sempre c’era, l’alloggio era molto spartano e con livelli di pulizia diversi da quelli italiani e per tutto il periodo ho mangiato riso in bianco tutti i giorni. Ma nonostante tutto questo, che per alcuni può essere considerato un disagio, le mie giornate erano felici. Ho potuto conoscere più a fondo il processo di lavorazione del thè e la vita della tribù red Yao. Un’esperienza che consiglio di fare.
Il contributo è di Miriam di Miry Giramondo.
Nelle Filippine in visita ai progetti e ai bimbi del sostegno a distanza
Nel 2014 partecipai al mio primo viaggio di volontariato internazionale con Compassion Italia. L’associazione assiste bambini in povertà attraverso il sostegno a distanza. Garantendogli un’educazione adeguata, vengono supportate le famiglie e, nel tempo, le comunità. Viene fornito il necessario per la scuola, assistenza sanitaria, doposcuola con attività extracurriculari, pasti caldi e un centro gestito dallo staff locale, anche per i genitori.
Ogni anno Compassion organizza un viaggio per dare l’opportunità ai sostenitori di incontrare i propri bambini. Quando andarono nelle Filippine, non ci pensai due volte: avrei conosciuto la “mia” Anne!
Tra i conoscenti, prima della partenza, raccogliemmo tantissime offerte: quaderni, matite, giochi, vestiti, materiale sanitario… Anche le persone più scettiche alla beneficenza furono generosissime, perché sapevano che avremmo personalmente recapitato i doni.
Visitammo diversi centri. Ci raccontavano i progetti e le difficoltà; passavamo il tempo con i bambini e visitando le famiglie. In un sobborgo di Manila non proprio raccomandabile, aiutammo a ristrutturare una terrazza: staff e famiglie furono entusiasti del nuovo spazio, sicuro e protetto.
La seconda settimana ci separammo per raggiungere altre isole. Io andai a Bacolod, vicino a dove viveva la mia “bambina”, al tempo quattordicenne. L’incontro fu emozionante: un nome, una foto e qualche lettera diventarono un volto sorridente. Ci scriviamo tutt’oggi e quest’anno si laureerà!
Quello che ho visto in quei giorni è difficile da raccontare in poche righe. Le difficoltà erano evidenti: case senza tetti portati via dall’ultimo uragano; famiglie che dormivano in uno stanzino perché il resto dell’abitazione era allagato,; il banchetto del mercato che di notte diventa un giaciglio; rifugi costruiti nel cimitero “perché qui non si paga l’affitto”.
Ma ho anche visto come vengono utilizzate le donazioni. Dopo generazioni di rassegnazione, ho visto speranza; bambini che desiderano studiare per aiutare le famiglie; ragazzi che dopo essere stati loro stessi sostenuti, ora sostengono a loro volta. Ad ognuno è data una possibilità che, senza Compassion, non avrebbero avuto. Rimane comunque una loro scelta cosa fare di questa occasione. Ma una possibilità di cambiamento, da quelle parti, non viene gettata al vento con leggerezza.
Il contributo è di Rossana di That Lady From Europe.
Volontariato in una fattoria organica in Olanda
Sono passati ormai diversi anni da quel 2016, quando per la prima volta mi avventurai nel mondo del volontariato. Lo studio di architettura mi stava stretto, così ho deciso di prenotare la mia esperienza di WWOOFing.
World Wide Opportunities on Organic Farms, come dice il nome stesso, è un’organizzazione che si occupa di mettere in contatto gli host di tutto il mondo, che hanno bisogno di aiuto nelle loro fattorie organiche. Ho scelto l’Olanda perché mi ha colpita fin da subito Lucie, quella che poi è diventata la mia host, ma anche la mia mentore. La sua fattoria era nel bel mezzo della campagna di Groninga, la città universitaria dei Paesi Bassi.
Un luogo di pace, dove l’unico mezzo di trasporto, a parte qualche sporadico autobus, era la bicicletta. I lavori nella fattoria erano dei più svariati. Al risveglio ci occupavamo di distribuire il cibo a galline e maiali, mentre in mattinata svolgevamo i lavori legati all’orto. La rimozione delle piante infestanti, il raccolto degli ultimi prodotti della stagione, visto che era il mese di ottobre e la semina delle colture del periodo.
Con Lucie non mi sono mai annoiata e le nostre pause pranzo erano sempre all’insegna degli scambi culturali: un giorno si mangiava italiano e il seguente locale. Il pomeriggio, quando il caldo ancora si faceva sentire, dipingevamo le pareti di casa, lavoravamo il legno, o panificavamo. Ogni cosa era autoprodotta, è proprio da lì che è nata la mia passione per le cose fatte in casa, grazie a quest’esperienza dove in cambio di vitto e alloggio, mi rimboccavo le maniche e imparavo cosa vuol dire vivere veramente.
Lucie era sola, aveva combattuto contro malattie e contro perdite, aveva bisogno di compagnia più che di aiuto, proprio per questo ricorderò sempre con estremo piacere quest’avventura.
Il contributo è di Patrizia di Sapori in Viaggio. Sul suo blog potete leggere tutte le informazioni sul volontariato in Olanda.
Come funzionano i campi di volontariato europei? L’esperienza di Martina
Quando si parla di esperienze di volontariato all’estero subito ci vengono in mente i paesi africani o asiatici. Non molti sanno che invece che non è necessario andare così tanto lontano. Anche nella cara vecchia Europa ci sono tantissime esperienze di volontariato che ci aspettano!
Parlo per esperienza personale dato che grazie all’associazione Lunaria ho partecipato per diversi anni ai campi di volontariato europei che organizzano in collaborazione con altre associazioni europee.
Come funziona esattamente un campo di volontariato vi chiederete voi a questo punto? Sul loro sito è possibile scegliere un massimo di tre campi ai quali mandare la propria candidatura. Quando si viene scelti, arriva una mail di conferma e vengono formati i gruppi che collaboreranno alla buona riuscita del campo. Generalmente le persone che partecipano vengono da tutto il mondo, io ho incontrato spesso coreani, messicani, inglesi, lituani, giapponesi. E’ un’ottima occasione quindi per fare amicizie in ogni parte del mondo esercitandosi in un’altra lingua veicolare che normalmente è l’inglese.
Un’altra domanda che potrebbe sorgere spontanea è: ma esattamente cosa si fa durante un campo di volontariato? Il lavoro potete sceglierlo voi! Io sono stata in una fattoria in Germania, uno scavo archeologico in Spagna, una scuola d’inglese per bimbi in Estonia…esperienze fantastiche delle quali serbo un bellissimo ricordo! E voi, cosa state aspettando?
Il contributo è di Martina di Mammaunescoafareungiro.
Infermiera volontaria in Kenya: la storia di Laura
Ciao, mi chiamo Laura Mariani e vorrei raccontarvi la mia esperienza come infermiera volontaria in Kenya.
Dopo aver fatto una vacanza-lavoro in Kenya nel 2011 mi viene voglia di fare un’esperienza più lunga e legata ai miei studi in infermieristica.
Perciò mi misi in contatto con 2 ospedali missionari nella contea di Meru (la stessa zona dove ero già stata) per sapere se accettassero volontari e quale fosse la procedura per poter fare questa esperienza. Un ospedale mi rispose che collaboravano con 3 università italiane e accoglievano volontari dando vitto e alloggio. Mandai, perciò, il mio curriculum e i miei documenti e mi accettarono. Fecero per me un permesso come volontaria e così ero pronta per partire.
Nell’ottobre 2013 per la prima volta varcavo il cancello del St. Theresa Mission Hospital in Kiirua, dove sarei rimasta per un anno.
Fu un anno di alti e bassi. Ero felicissima di svolgere il mio lavoro e dare un aiuto concreto in ospedale, mi sentivo utile e realizzata. Altri giorni, però, c’era lo sconforto di non poter fare abbastanza, che tutto ciò che provavo a fare era solo una piccolissima goccia che sotto il sole africano asciugava troppo in fretta.
Poi c’erano le persone: tra i colleghi, i pazienti, gli abitanti del paese, gli altri volontari e le suore che gestiscono l’ospedale scoprii anime con storie indimenticabili.
Non subito è stato facile conoscere persone e instaurare relazioni. La lingua, le differenze culturali e l’essere straniera mettevano tra noi delle barriere che lentamente il tempo e la forza di volontà hanno abbattuto.
Per questo ritengo che questa esperienza abbia fatto più bene a me che quanto abbia fatto io per gli altri. Mi ha insegnato ad essere forte e che se lo si desidera veramente tutto è possibile!
Il contributo è di Laura Makena in Kenya. E’ di Laura anche la foto di copertina.
Martina
Grazie Valeria per avermi permesso di partecipare a questo bellissimo articolo!
Valeria
Grazie a te. Ormai mi sto interessando ai campi di volontariato!!
Rossana
Grazie di avermi ospitata di nuovo sul tuo blog! I contributi delle altre ragazze sono meravigliosi. Ci sono talmente tante possibilità per aiutare ovunque e in qualsiasi campo, che ormai chi non lo fa mai inizia ad non avere più scuse sostenibili! 😀
Patrizia
Che Belle esperienze! Mi viene voglia di partire e farle tutte. Alla fine è anche il modo migliore per vivere appieno il viaggio secondo me..
Jovanka
A me piacerebbe anche se sono per 1 settimana, ma mi piacerebbe fare un’esperienza all’estero, tra Grecia ed Albania. Sapete se ci sono campi di volontariato a luglio 2023 in queste aree?Grazie
Valeria
Ti consiglio di guardare il sito di Lunaria!