Quante volte avete desiderato andare a visitare le location dei film visti in TV o al cinema? In questo post faremo un viaggio negli USA, scoprendo dove si trovano alcune location dei film, suggerite dalle blogger della community Travel Blogger Italiane.
Perché non progettare un viaggio on the road negli USA per toccare tutti questi luoghi di film?
Scopriamoli insieme.
Contenuto dell’articolo:
- La Philadelphia di Rocky
- Alcatraz di Fuga da Alcatraz e di The Rock
- Jackson e il Sud – The Help
- Alaska – Into the Wild
- New York: Coney Island e Dumbo
Una passeggiata alla scoperta della Philadelphia di Rocky e Creed
Michela, autrice del blog Everywhere On the Road, ci porta suoi luoghi di un film cult: Rocky.

Quasi tutti i viaggi on the road americani hanno un posto particolare che ci ricorda una scena di un film o di una serie famosa. Anche Philadelphia, la città in cui venne firmata la Dichiarazione d’Indipendenza, ha due saghe nel cuore: Rocky e Creed.
I luoghi più conosciuti e facili da trovare, perché in pieno centro, sono la famosa scalinata e la statua di Rocky.
Ben 72 gli scalini in cui Rocky si allenava e che portano al Philadelphia Museum of Art. In cima, quasi a ricordare la famosa Walk of Fame di Los Angeles, le impronte delle scarpe da ginnastica (le famose Converse All Stars).
Alla base, la statua di bronzo (che si vede per la prima volta in Rocky III). Uno scatto in questi due luoghi nelle sue tipiche pose – mentre salta con le mani alzate sulla scalinata o con i pugni alzati – sono d’obbligo.
Molto bello anche l’Italian Market che attraversa correndo, tanto che la scena in cui gli viene lanciata l’arancia è stata totalmente improvvisata.
La casa di Rocky, 1818 Tusculum Street, si trova a circa 15-20 minuti dal centro. Ancora oggi appare immutata e riconoscibile dal civico. Per le riprese dell’esterno, in Rocky I, la proprietaria incassò solamente $50, che diventarono presto $500 dopo il successo della pellicola.
La palestra di Mickey ( 2147 N.Front Street) dista circa 2 km dalla casa. Il locale, oggi in disuso, non è mai stato una palestra, l’unico dettaglio per riconoscerla sono due guantoni dipinti nella parete a destra dell’ingresso.
Anche il negozio di animali di Adriana ( 2146 N. Front Street) è oggi abbandonato e in disuso.
Questi ultimi tre luoghi si trovano a South Philly, un quartiere di periferia oggi un po’ malfamato e zona di spaccio e prostituzione, in cui il turista non è molto ben accetto. Sarebbe meglio visitarli in compagnia, magari utilizzando la metropolitana o un taxi.
Una curiosità sul film? Stallone ne scrisse la sceneggiatura dopo aver visto un incontro di pugilato tra Alì e Wepner. Quando incontrò il produttore, che ne era entusiasta, Stallone si impuntò dicendo che il film sarebbe stato girato solo con lui come protagonista e così il produttore dovette accettare.
Una location di più film: la mitica Alcatraz di Clint Eastwood e Sean Connery
Lucy di Lucy the Wombat, è andata a caccia di VIP sull’isola di fronte a San Francisco

Era uno dei miei sogni. Alcatraz! La mitica isola-fortezza americana, la Roccia dormiente nel gelido mare nebbioso di fronte alla brulicante San Francisco.
Sono una fan dei racconti di fuga sul grande schermo, soprattutto se mi permettono di idolatrare i miei divi hollywoodiani preferiti. Imbarcandomi sul traghetto early-bird (il primo della giornata, per avere più tempo), fantasticavo sulle due storie filmiche che più di tutte stavo inseguendo.
Quella di un’evasione impossibile (Fuga da Alcatraz, 1979, Clint Eastwood, ho detto tutto!), e quella di un ritorno alla prigione in gran segreto e in pieno stile pop anni Novanta, The Rock.
Qui, Sean Connery e Nicolas Cage non solo liberano i turisti presi in ostaggio dal solito folle criminale mentre visitano le celle di massima sicurezza, ma salvano tutta la città, impedendo a dei missili lanciati dall’isola di spandere in giro del simpatico gas nervino. Lo so, lo so: era prima dell’11 settembre e di tutto il resto, al cinema ci si divertiva così. Ed era bellissimo, giuro.
Il ranger che ci accompagnava nella visita guidata ha chiarito subito: “Ladies, non cercate Clint, perché se n’è andato!” Perfetto, un sogno già infranto.
Mi sono consolata facendomi rinchiudere per qualche istante in una delle celle della prigione, nel braccio chiamato ironicamente Broadway, e immortalando le tracce della vera evasione raccontata in Fuga da Alcatraz: il fantoccio creato dai fuggitivi per essere scambiato per un prigioniero dormiente, e la griglia di aerazione in cartapesta che mascherava un buco grosso così nella parete della cella. Inventiva umana, mi inchino a te!
Naturalmente nella visita c’è spazio anche per la realtà meno mitica, con le spiegazioni sullo stile di vita dei carcerati, la lettura delle regole severissime del penitenziario e del menù del refettorio, oltre a un ampio giro esterno e nei cortili. Dalla sua chiusura nel 1963, la struttura è stata convertita al turismo con grande successo. Turismo storico e turismo pop! Ho lasciato l’isola sentendomi un po’ VIP.
Il Deep South di Jackson, la location del film The Help
Antonella, di I Viaggi dell’Anto, ci porta al Sud, in particolare nel Mississipi, nei luoghi del film The Help

The Help, tratto dal romanzo di Kathryn Stockett, è un film commovente sulla segregazione razziale nell’America degli anni ’60.
I fatti si svolgono a Jackson, Mississippi nel deep South degli Stati Uniti dove la discriminazione è particolarmente opprimente.
La giovane Skeeter, sogna di fare la giornalista e inizia osservando nel suo mondo, l’atteggiamento ipocrita e assurdamente crudele delle famiglie bianche nei confronti delle loro domestiche di colore. Lei stessa ha sperimentato di quanto affetto siano capaci queste donne con i figli delle loro “padrone”.
Decide quindi di raccogliere in un libro il punto di vista delle cameriere nere sulla vita dei bianchi. La narrazione ha delle punte di ironia e comicità che stemperano l’amarezza degli avvenimenti, in particolare nella figura dell’irriverente Minnie – ruolo che è valso l’Oscar a Octavia Spencer –
Jackson, con le sue atmosfere rimaste agli anni ’60, diventa protagonista del film. Io ci sono voluta andare proprio per ritrovare quei luoghi che sono parte integrante della storia. Il Mississippi di quegli anni, conservatore e segregazionista, è descritto perfettamente dall’autrice nativa proprio di Jackson.
Il luogo simbolo del mio tour nelle location del film è il Brents Drug con i suoi meravigliosi divanetti azzurri. Qui Skeeter pranza con le amiche, le stesse che, dopo la pubblicazione del libro-scandalo, la lasceranno al bancone da sola.
Imperdibile è anche il Mayflower café dove Skeeter cena (e litiga) con il fidanzato. Non ho ordinato le ostriche con i crackers, ma ho chiesto alla sorridente cameriera di farmi sedere proprio al divanetto usato per la scena del film!
Nella zona residenziale della città si ritrovano i viali alberati percorsi a piedi dalle domestiche e la Junior League dove si svolge la festa di beneficenza di Hilly.
Jackson sta lentamente uscendo dalle sue profonde contraddizioni e visitarla seguendo il fil rouge delle storia di The Help è stato un modo per capirla meglio.
Scoprire dove si trova il Magic Bus di Into the Wild
Dal profondo Sud all’estremo Nord, Daniela di The Daz Box, ci porta in Alaska sulle tracce del film Into the Wild e ci racconta come visitare il Denali National Park

Se c’è un motivo per cui l’Alaska è conosciuta ai più è il film “Into the Wild”, uscito nelle sale cinematografiche nel 2008 e divenuto per molti un vero e proprio manifesto di libertà. Il film è tratto dal libro di Jon Krakauer, “Nelle terre estreme”, pubblicato dodici anni prima. Entrambi raccontano la vera storia di Christopher McCandless, un giovane americano che scelse proprio l’Alaska come destinazione del suo viaggio alla ricerca di sé stesso, come forma di protesta verso un sistema troppo ordinario per essere da lui condiviso.
Christopher non fece una bella fine. Trascorse i suoi ultimi cinque mesi di vita in un autobus abbandonato nel cuore del Denali National Park, per poi morire, tragicamente avvelenato da alcune bacche, lasciando ai posteri un diario e qualche fotografia. Dopo l’uscita del film, diretto da Sean Penn, il “magic bus” è divenuto quasi una meta di pellegrinaggio per tanti viaggiatori alla ricerca della natura più estrema, di un’esperienza ai confini con la realtà.
La verità è che il bus si trova in una zona assai remota del Denali National Park (che io ho potuto visitare durante il mio viaggio in Alaska, senza però spingermi così lontano), molto pericolosa da raggiungere. Un itinerario di 80 chilometri da affrontare a piedi, con le provviste necessarie, non senza avversità. Alcune persone sono morte nel tentativo di portare a termine l’impresa, molte altre finiscono col dover chiamare i soccorsi.
Non è un caso che le autorità locali sconsiglino in modo deciso di intraprendere questa avventura. Io infatti mi sono limitata a scattare una fotografia alla copia esatta del bus, situata a Healy, il piccolo centro abitato alle porte del parco. Cosa che consiglio a tutti i viaggiatori che sognano l’Alaska, senza che per questo il viaggio perda di valore!
Location dei film a New York: a Coney Island come The Warriors
Silvia, autrice del blog The Food Traveler, ci racconta di Brooklyn, New York e in particolare di Coney Island.

Vi è mai capitato di riguardare un vecchio film che un tempo vi aveva terrorizzati, per poi scoprire, a distanza di anni, che non c’era niente di cui aver paura? A me sì, tantissime volte. Ma non con The Warriors. Nonostante risalga a quarant’anni fa, non smette di spaventarmi ancora oggi. Ed è proprio “grazie” alle scene di quel film se mi sento fortemente a disagio in una stazione della metropolitana semideserta. La paura di incontrare un componente della band dei Baseball Furies è tanta, pur essendo un pensiero assurdo.
Durante il mio ultimo viaggio a New York il mio compagno ed io decidiamo di ripercorrere, almeno in parte, il percorso dei superstiti membri della band dei Guerrieri. Loro partivano dal Bronx e sfuggivano all’ingiusta accusa di aver ucciso Cyrus, capo dei Riffs, mentre noi partiamo da Williamsburg per sfuggire al caldo afoso di agosto. Nessuno ci insegue con mazze da baseball e pistole, nessuno appicca incendi alle gallerie della metropolitana e nessuno ci vuole morti. Nonostante tutto, all’altezza di Avenue P, quando sul nostro vagone ormai vuoto sale un tizio dall’aria sospetta, decidiamo di scendere e di aspettare il prossimo treno, con la speranza che sia un po’ più affollato. Timori giustificati o paure infondate? Penso proprio la seconda, ma il fatto di aver rivisto il film la sera prima ci condiziona non poco.
Alla fine, dopo un viaggio di oltre un’ora, come i Guerrieri arriviamo al capolinea: Coney Island ci aspetta, senza però i Rogues e dei Riffs. Mentre le bande stabiliscono finalmente una tregua, noi decidiamo di comprare una porzione di vongole impanate e fritte da uno dei banchi di street food. Come nel film, c’è la lunghissima passeggiata di legno a due passi dall’Oceano, i negozi di articoli da spiaggia, e il luna park con la sua ruota e il volto del pagliaccio, inquietante anche alla luce del giorno.
Potete proseguire in altre pagine del mio blog, se vi interessano i quartieri di New York insoliti.
C’era una volta in America: Dumbo a Brooklyn
Dulcis in fundo ecco Carmen, alias Viaggiatrice da Grande, che ci porta in un’altra location da film di New York.

Uno dei miei film preferiti è senza dubbio C’era una volta in America. Sarà per la colonna sonora di Ennio Morricone, per la trama gangster farcita però di sentimenti e vena nostalgica o sarà forse per l’ambientazione.
La storia si svolge infatti nella New York del proibizionismo e post-proibizionismo (fra gli anni ’20 e gli anni ’60). Ma il luogo simbolo del film è Washington street, a Dumbo, una zona molto “in” di Brooklyn. Qui infatti è ambientata una delle scene cult del film e l’immagine di questa strada, con il Manhattan Bridge sullo sfondo, è diventata la locandina del capolavoro cinematografico, immortalando i 4 ragazzini della gang protagonista.
Nell’organizzare il mio viaggio a New York non potevo escludere questa tappa: l’emozione di attraversare il ponte di Brooklyn è stata infatti coronata ed amplificata dal posizionarmi esattamente all’incrocio fra Washington street e Water street e farmi scattare una fotografia fra quei palazzi rosso cupo, come se fossi io stessa nella locandina del film.
Già prima di partire avevo studiato come raggiungere questo luogo ed il percorso in realtà è semplicissimo (anche Google Maps aiuta): venendo da Manhattan, attraversato il Brooklyn bridge, girare a sinistra e imboccare Washington street. Proseguire per due isolati fino all’incrocio con Water street: davanti a voi il Manhattan bridge, alti palazzi rosso mattone e la scenografia del famoso film girato da Sergio Leone nel 1984. Sarete catapultati negli anni ’20 e potrebbe addirittura sembrarvi di scorgere una frotta di 4 ragazzini attraversare festosi la strada…sono Noodle e la sua banda. Provare per credere.
Siete in partenza per New York e volete conoscere altri luoghi “cult”? Leggete anche il mio post sulla New York dei film.
New York è incredibile, la prima impressione che mi ha dato è stata quella di essere sul set di un film, sarà che con mia sorella sono capitata giusto in una strada dove stavano girando un telefilm. Ah, per l’on the road negli USA io ci sto 😀
Facciamo un tour di gruppo? 😉
Se non si può viaggiare fisicamente allora viaggiamo con i film! Anche io sono stata a Philadelphia l’anno scorso e confermo che sentirsi Rocky in cima alla scalinata è davvero emozionante! Alcatraz sicuramente è meno allegra, ma è una visita che vale la pena fare e che mi è piaciuta parecchio.
Non sapevo invece che il bus di Into The Wild esistesse davvero.
Grazie mille per avermi ospitata e per avermi permesso di raccontare uno dei miei viaggi
Grazie a te Silvia!!
Anche io mi sono fatta la scalinata di Rocky di corsa… magari non con la stessa grinta :-))
Fa sempre un certo effetto essere in luoghi che avevamo visto solo attraverso uno schermo. Camminare sulle orme di un protagonista di un film che ci ha colpito e sentirsi un po’ più parte di quella storia.
Bellissime location!
E’ vero! Poi gli USA, per via delle produzioni di Hollywood, è tutta una location.
E niente, è proprio arrivato il momento di guardare Rocky, la prossima volta che lo passano in tv!
ahahah io credo di non averlo mai visto: forse a pezzi. Diciamo che ci sono alcune scene epiche che si conoscono per “osmosi”.
Una volta che arrivi a NEW YORK ti sembra di essere sempre sul set di qualche film o serie TV. Ci sono dei veri e propri percorsi guidati che portano new yorkers e turisti nelle location di C’era una Volta in America oppure sul set di Sex and The City …
Noi abbiamo percorso in auto tutta la costa della California da S.F. a L.A. e anche lì ci sono scorci e location che abbiamo visto nei film. Ma al di là dei “cineviaggi” come li chiamiamo noi, gli USA sono davvero meravigliosi.
Io sono stata solo a New York e dintorni (ma per un mese), 2 giorni a LA e poi alle Hawaii… troppo poco per avere un’opinione completa degli USA 😉