Cosa c’è di più intimo che entrare nella casa di un autore per scoprirne la personalità e l’ispirazione?
Visitare le case di Neruda in Cile è un’esperienza imprescindibile, non solo per capire l’eredità e la storia del Paese, ma anche perché è un tuffo nel bello, nell’arte e, talvolta, nell’eccentrico.
Ognuna ha una sua personalità e qualcosa di peculiare: la strana architettura, il panorama struggente o la posizione sul mare. Per questa ragione, consiglio di vederle tutte durante un viaggio in Cile.
Si trovano comunque in città, come Santiago e Valparaiso, che fanno parte di tutti gli itinerari nel Paese.
Quella di Isla Negra, invece, è proprio sulla strada che collega le due città e merita una deviazione.
Se invece avete poco tempo e dovete sceglierne una, ve le racconto qui sotto.

La Chascona – la casa di Neruda a Santiago, nel Barrio Bellavista
Iniziamo dalla casa che ha ospitato il poeta fin negli ultimi giorni di vita. Il nome è l’appellativo affettuoso con cui Pablo Neruda chiamava la sua terza moglie, Matilde Urrutia. “Chascona” infatti è una parola che richiama alla zazzera arruffata di capelli rossi dell’amata.
La villa mostra il grande amore di Neruda per il mare: è a forma di barca, con una parte circolare che sembra un faro.
E’ anche un chiaro esempio della personalità, conviviale e ironica, di Neruda: questo ben si vede nella cura dedicata agli spazi per le cene e nei “nascondigli” usati dal poeta, che amava sorprendere i suoi ospiti con entrate in scena a effetto.
La casa è comunque un vero e proprio museo di oggetti e suppellettili provenienti da tutto il mondo. Neruda, è stato, infatti, ambasciatore per il Cile e grande viaggiatore.
Da non perdere anche l’opera di un altro grande artista latinoamericano, Diego Rivera, il marito della iconica Frida Khalo. Diego ha ritratto Matilde in un simbolico dipinto.
Dopo la visita della casa, fate un giro nel quartiere che la ospita, il barrio Bellavista, vivace, pieno di locali e di opere di street art.
Potete anche leggere il mio post su cosa vedere a Santiago.
Per info su orari e biglietti, visitate il sito ufficiale della Fondazione Neruda.

La casa di Isla Negra: il mare protagonista
Questa casa si trova lungo la costa, per l’esattezza nel comune di El Quisco, a circa 45 km da Valparaiso.
La zona è già magnifica di per sé: una foresta di pini nasconde la villa che si affaccia sull’oceano impetuoso.
Il nome Isla deriva proprio dal fatto che la casa era protetta e isolata, una sorta di “isola” simbolica, visto che in realtà si trova sulla terraferma.
“Negra” richiama il colore degli scogli che affiorano sulla spiaggia nei pressi della casa.
Anche in questo caso e, anzi più che in ogni altra casa, il mare è protagonista sia fuori, sia dentro, nella profusione di polene (le figure femminili in legno che si trovavano sulla prua delle navi), nel colore blu della casa, nelle carte nautiche e negli oggetti che richiamano la navigazione.
Ce lo dice anche il poeta, che ha così descritto Isla Negra:
“Questa casa è la mia barca ancorata sulla terra”.
A me ha dato la sensazione di un posto magico, si respira un’atmosfera di pace e di forza nello stesso tempo.
Non a caso proprio qui Pablo Neruda ha chiesto di essere seppellito insieme all’amata Matilde.

Neruda a Valparaiso: la Sebastiana e il suo panorama
La Sebastiana è situata a Valparaiso, sul Cerro Bellavista. Quello che colpisce è sicuramente la sua incredibile vista: le casette colorate e multiformi della città si stendono davanti agli occhi del visitatore fino al porto.
Il poeta ammirava passare qui il Capodanno, proprio perché la casa aveva una posizione invidiabile per poter ammirare i tradizionali fuochi d’artificio celebrativi.
Perché è chiamata La Sebastiana? La casa non è stata costruita da Neruda. L’autore era alla ricerca di una casa a Valparaiso, che doveva avere alcune condizioni: “una piccola casa per vivere e scrivere in pace, solitaria, ma non eccessivamente, i vicini dovrebbero essere invisibili, originale, ma non scomoda, …”.
Un’amica di Neruda si imbatté nella casa di Sebastiàn Collado, deceduto prematuramente. La casa piacque a Pablo Neruda, che l’acquistò e la sistemò.
La Sebastiana, così come le altre case di Neruda, è visitabile con l’accompagnamento di un’audioguida in varie lingue.
Valparaiso è una città colorata, frizzante e sorprendente. Qui potete trovare qualche idea su cosa vedere a Valparaiso.
Il consiglio della Travel Coach
Le parole di Neruda come ispirazione per la crescita personale
Il consiglio da Travel Coach lo faccio dare direttamente a Pablo Neruda in questo caso.
Il poeta ha vissuto la sua vita da protagonista e con grinta, come emerge dalla sua autobiografia “Confesso che ho vissuto”.
Vi lascio in particolare un frammento di “Non incolpare nessuno”.
Non incolpare nessuno,
non lamentarti mai di nessuno,
di niente,
perché in fondo Tu
hai fatto quello che volevi nella vita.
A volte, presi dalla frustrazione, scarichiamo la nostra rabbia e il nostro risentimento sugli altri: il partner che non ci capisce, il capo che non ci apprezza, i soldi che non sono mai abbastanza. Diamo così vita a una spirale di vittimismo che non può che alimentare ulteriormente la nostra insoddisfazione.
Ricordiamoci che abbiamo sempre una scelta, a volte non è quella più facile, a volte ha delle conseguenze da affrontare, a volte “è la meno peggio”, ma rimane sempre una scelta. Una NOSTRA scelta. Una scelta che possiamo decidere di cambiare, certamente con un prezzo e magari non nell’immediato, ma una scelta che non ci è predestinata.
Non sto dicendo che tutto è perfetto e sono consapevole che a volte tanti di noi vivono momenti di estrema difficoltà. Sta a noi però fare quei piccoli passi per smussare le problematiche. Incolpare il destino a cosa ci serve?
Tutti quelli che ci sembrano dei “devo” nella vita, sono comunque dei “devo” che abbiamo scelto. Certo a volte dobbiamo assecondare il capo oppure i parenti, ma è sempre una scelta. C’è sempre l’alternativa di dire “no”. La scelta avrà delle conseguenze: magari dobbiamo vivere con i sensi di colpa di non aver fatto il nostro dovere, ma anche scegliere se affrontare i sensi di colpa o assecondare gli altri rimane sempre una nostra scelta.
Siamo noi i protagonisti.