Continua il mio racconto su questa suggestiva ed enigmatica isola. Io ci ho passato in tutto 3 notti e mi sono sembrati un buon periodo per vedere i siti principali. Qui vi racconto, passo per passo, come ho organizzato il secondo e il terzo giorno, che ho dedicato pienamente alle escursioni sull’Isola.
Per leggere l’inizio del tour all’Isola di Pasqua, potete leggere il primo post dedicato alla destinazione, in cui in particolare vi suggerisco dove vedere il tramonto e dove nuotare con le tartarughe marine.
Cosa vedere a Rapa Nui – Secondo giorno – La salita al Vulcano e la città cerimoniale di ORONGO
Oggi decidiamo di essere sportivi e di avere una visione dell’Isola dal suo punto più alto: saliamo a cavallo sulla cima del Vulcano Teravaka, che, con i suoi 500 metri, è la cima principale dell’Isola. La salita a cavallo è dura, soprattutto se, come noi, non siete dei cavallerizzi esperti. Calcolate che ci vogliono almeno 2 ore a salire e un’ora per il ritorno (l’alternativa al cavallo è la salita a piedi). Il costo è di 35.000 pesos.
Il panorama quando si è in alto ripaga la fatica. Qui la vista spazia tutto intorno all’orizzonte: quasi 4.000 km di mare ci circondano e ci separano da altre terre. E’ facile sentirsi abbandonati dal resto del mondo in un territorio selvaggio e alieno, dove solo i cavalli ci fanno compagnia.
L’Isola di Pasqua è un territorio brullo senza alberi elevati: nei secoli la popolazione, le lotte tra clan e le costruzioni hanno praticamente disboscato tutto il territorio.
Al pomeriggio ci spostiamo in taxi verso la città cerimoniale di Orongo. Il sito mostra diversi petroglifi e consente di conoscere meglio il culto dell’Uomo Uccello: l’Uomo Uccello era colui che vinceva una competizione annuale che consisteva nel trasportare a nuoto un uovo sulla testa dai piccoli isolotti (Motu) al largo dell’isola sino appunto alla cittadella di Orongo.
Al di là delle rovine, che, a mio avviso, sono peggio conservate di altri complessi sull’isola, il sito offre un altro luogo magico: Ranu Kao, o meglio il suo cratere che ospita un lago.
Costo del taxi per arrivare qui dal centro di Hanga Roa, per l’attesa e per il ritorno in Paese: 15.000 pesos.
A chi fosse interessato ulteriormente ai costumi dell’isola consiglio lo spettacolo di danze serale: lo show è un po’ kitch e forse ripetitivo, ma tutto sommato si passa un’ora interessante.
Cosa vedere a Rapa Nui – Terzo giorno – I principali siti archeologici dell’Isola di Pasqua
Abbiamo deciso di appoggiarci a una guida locale: la storia dell’Isola di Pasqua è complessa e penso di aver bisogno di parecchie spiegazioni per capire cosa è successo davvero qui.
La nostra guida è un ragazzo dai tratti locali, molto fiero e orgoglioso delle sue radici “polinesiane”. Il Cile è, in tutti i sensi, anni luce da qui!
Le principali tappe del tour che potete eventualmente percorrere in autonomia (se noleggiate un’auto o un quad, in una delle agenzie della via principale):
1) Rano Raraku, ovvero la fabbrica dei Moai
Si tratta di una collina piena di Moai abbandonati. Pare che da qui provenissero i materiali necessari alla costruzione e che quindi possa essere considerato una sorta di cantiere di statue a cielo aperto.
2) Ahu Tongariki, ovvero i 15 Moai
Si tratta del complesso più grande dell’Isola: 15 statue su un Ahu (piattaforma) di pietra lavica, che, guardando l’isola, la proteggono.
Purtroppo sono stati i Moai a non essere protetti negli anni passati da uno spaventoso tsunami che li ha gettati anche sino a 100 metri di distanza dalla loro piattaforma originaria.
3) Pietra Magnetica, ovvero la cura per l’infertilità (secondo la leggenda)
Si tratta di una grossa pietra tonda, perfettamente levigata, dai poteri magnetici e dall’origine misteriosa (come molte altre cose sull’isola).
Pare che avesse poteri risolutivi per l’infertilità femminile, se una donna ci si sedeva sopra. Ora purtroppo non si potrà più scoprire la veridicità della leggenda, perché il sito è recintato e la pietra non può più essere toccata, così come per tutti gli oltre 600 Moai dell’isola.
4) Anakena, ovvero la spiaggia tropicale
Anakena, oltre a ospitare altri 5 Moai, è l’ unica ampia spiaggia di sabbia dell’isola, perfetta per i bagni e per assaporare un po’ di “Tropici”.
Se c’è il sole si riesce a fare il bagno tutto l’anno, anche in Agosto (che corrisponde all’interno australe).
Di ritorno alle nostre Cabanas ci perdiamo a vedere un funerale locale. So che sembra macabro, ma vi assicuro che l’atmosfera che si respirava non lo era. Innanzitutto il cimitero è particolare: niente angeli, ma Moai vicino alle tombe e “Acchiappasogni”. Ecco, il mio funerale lo vorrei così: tanta gente che canta con la chitarra e i bambini che corrono nel prato tra le tombe, a sottolineare che vita e morte sono un “tutt’uno”.
Ci organizziamo per un ultimo aperitivo “casalingo”: ci portiamo due birre e percorriamo i pochi km che ci separano da quello che è ormai il nostro tramonto per eccellenza. Guardiamo il sole incendiarsi e le mille sfumature di rosa che illuminano il sito di Ahu Tahai e i suoi cinque Moai sul mare.
Il giorno dopo ci rimane una mattinata (piovosa) per gli ultimi acquisti, prima che il personale del nostro residence ci riporti all’aeroporto, donandoci questa volta collane di conchiglie, simbolo di “addio”.
Questo viaggio in Cile è un caleidoscopio di paesaggi ed emozioni, che si susseguono senza sosta, a volte in maniera psichedelica. Con l’aereo, in Cile, passi da atmosfere, climi e scenari completamente diversi.
Lasciamo l’Isola di Pasqua con i suoi misteri e già ci attende il Deserto di Atacama, con i suoi spazi infiniti.
IORANA Rapa Nui (arrivederci)
[…] Potete leggere il post successivo, per le altre due giornate sull’Isola e per scoprire cosa vedere a Rapa Nui, tra vulcani e siti archeologi. […]