In questa pazza estate concentrata sul turismo di prossimità, stiamo riscoprendo luoghi vicini. Per chi è alla ricerca di gite a un’ora da Milano o a un paio di ore di Torino, ecco un borgo poco conosciuto: Varallo Sesia e il suo Sacro Monte.
Cosa vedere a Varallo, perla della valle più verde d’Italia
Varallo è il capoluogo storico della Valsesia. In provincia di Vercelli, stretta tra Piemonte e Lombardia, la Valsesia è conosciuta come la valle più verde d’Italia e per essere prossima al massiccio del Monte Rosa.
Varallo è un piccolo borgo che va scoperto con calma, prendendosi del tempo per ammirare i palazzi seicenteschi del centro storico, perfettamente mantenuti, o per chiacchierare con i proprietari delle botteghe delle storiche contrade. Le tradizioni qui sono ancora vive e presenti.
Itinerario a piedi per il centro di Varallo
Ecco un esempio di itinerario:
- Lasciate l’auto nei pressi dei parcheggi gratuiti della stazione o all’inizio di via Roma e cominciate la visita a piedi. Passerete da Piazza Vittorio Emanuele, con il suo teatro civico. Qui domina su tutto la Collegiata di San Gaudenzio, costruita su una piccola altura in città.
- Proseguite per via Umberto I e addentratevi nel centro cittadino. Al numero 59, fate un salto alla Bottega di Artigianato per fare la conoscenza del Puncetto, di cui vi spiego al paragrafo “Cosa Comprare a Varallo”.
- Approdate nella graziosa piazzetta Calderini, dove gli amanti dell’arte potranno fermarsi alla Pinacoteca e “gli scienziati” al Museo di Storia Naturale Calderini.
- Dalla destra della piazza partono delle stradine strette che costituivano le vecchie vie delle contrade storiche. Oggi trovate boutique, bar e negozi di artigianato.
- Uscite dal centro storico per affacciarvi sul torrente Mastellone e per avere una bella visuale di Varallo che si affaccia sul rivo. Se guardate sotto il ponte in una giornata d’estate, troverete gli abitanti del luogo a rinfrescarsi nelle acque del Mastellone…c’è persino una piccola spiaggia di ghiaia.
- Rientrate nel centro del paese e dirigetevi verso il Santuario della Madonna delle Grazie. Si tratta di un complesso francescano. Fate una visita all’interno della Chiesa, perché l’intera parete affrescata da Gaudenzio Ferrari, che ha unito scultura e pittura nella stessa opera, è davvero sorprendente.
- Proprio all’uscita del Santuario troverete la funivia ad aspettarvi. Si tratta della funivia più ripida d’Europa e in poco più di un minuto vi porta a circa 200 metri più in alto, alle porte della Gerusalemme terrena.
Il Sacro Monte di Varallo: la Nuova Gerusalemme
Ci sono ben 9 Sacri Monti tra Lombardia e Piemonte. Tutti insieme sono diventati Patrimonio Unesco dell’Umanità nel 2003. Quello di Varallo è sicuramente il più antico, visto che i primi lavori risalgono alla fine del Quattrocento.
Ma cosa sono i “Sacro Monte”? Si tratta di luoghi di pellegrinaggio, che dovevano rappresentare un’alternativa ai pellegrinaggi in Terra Santa, tanto di moda, ma diventati pericolosi per gli scontri con gli Ottomani e soprattutto non alla portata di tutti. L’idea originaria prevedeva quindi di ricostruite una sorta di Nuova Gerusalemme su un’altura che rappresentasse nella topografia la Terra Santa e raccontasse la vita e la Passione di Gesù Cristo.
Al di là del significato religioso, è un luogo di pace in mezzo al verde. Oltre 40 cappelle sono disseminate in una zona boscosa e sono collegate da un piacevole e facile percorso tra gli alberi. Le varie cappelle contengono statue, scolpite nei due secoli di lavori da vari artisti, che raccontano episodi evangelici.
Si arriva infine all’ampia piazza della Basilica, proprio sulla sommità del pianoro, il culmine della Nuova Gerusalemme. Pur essendo costituita da edifici di epoche differenti, conserva una sua speciale armonia e bellezza.
Toccate l’acqua della Fontana del Risorto al centro della Piazza: pare che abbia proprietà ringiovanenti!
Artigianato: cosa comprare a Varallo
Sono rimasta stupita perché qui si possono trovare ancora botteghe che sembrano autentiche.
Quello in foto è un Puncetto, cioè un pizzo fatto all’ago dalle mani sapienti delle donne del luogo. Oggi ovviamente gli abiti tipici non sono più di moda, ma troverete centrotavola per la casa o addirittura bijoux fatti al Puncetto.
Perché non prendere delle morbide Scapin per l’inverno? Si tratta di scarpe fatte di stoffa trapuntata e canapa, che sembrano calde e robuste.
Si tratta di un emblema della cultura Walser, che si è sviluppata quasi 1.000 anni fa in questa zona (e in alcuni altri paesi limitrofi intorno al massiccio del Rosa) dopo essersi trasferita dalla regioni germaniche.
Dove mangiare a Varallo Sesia
Io ho mangiato a La Locanda del Pellegrino, proprio a fianco della Basilica del Sacro Monte. Ha aperto da poco in alcuni spazi storici e molto suggestivi. Proprio qui, infatti, vi era la Chiesa antica, prima che fosse costruita la nuova Basilica.
E’ possibile anche cenare in quella che era un’antica cappella.
I piatti proposti sono rustici e genuini e conservano i sapori della montagna. Io ho assaggiato i salumi locali e un delizioso risotto con il timo del giardino della proprietaria.
Da non perdere i vini perché questa zona ha vini pregiati, anche se magari poco noti, tra cui il prestigioso Gattinara DOCG Riserva.
La visita è stata organizzata da Somewhere Tour & Events, in collaborazione con la Community delle Travel Blogger Italiane.
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beatrice
La cosa che più mi è piaciuta della Valsesi è stato vedere le case dei Walser. tu qui citi gli abiti ma devo dire che scoprire le loro case è stato davvero pazzesco
Valeria
Sì alle case non ci hanno portato, ma credo che siano più in su di Varallo
Claudia
Ma sai che pur essendo di Milano non conoscevo Varallo e il suo Sacro Monte? Un’ottimo spunto per una gita di giornata
Valeria
Grazie!
Helene
Articolo interessante perché parla di una zona che proprio non conosco ma di cui mi hai suscitato una certa curiosità. Avevo sentito parlare del Sacro Monte ma non sapevo che anche la cittadina meritasse una visita.
Valeria
La cittadina è piccola, ma davvero graziosa.
Roncaglai Mauro
Bravi, proprio un bel sito. Io sono di Varallo, ma abito a Novara dal 1956. Essendo un appassionato di montagna e conoscendo molti sentieri, guardo spesso il mio paese dal Sacro Monte. Ho notato che non esiste più la baita dell’alpe della Barca, io ricordo quando da sotto riva dove abitavo, vedevo di notte la luce accesa della casa. Poi è sparito il Pra runt non so se l’ho scritto bene comunque “il prato rotondo”. Mio padre mi portò nel 1958 e ricordo una casa in pietra ormai diroccata. Bei ricordi. Ciao,
Valeria
Grazie mille per il commento e per i tuoi ricordi Mauro!