Cosa vedere a Sarajevo in 3 giorni? Vi racconto il mio itinerario giorno per giorno per visitare la struggente capitale della Bosnia ed Erzegovina.
Vale la pena visitare Sarajevo?
Qualcuno si chiederà se vale la pena visitare Sarajevo, visto anche che non è facilissimo raggiungerla dall’Italia. Cosa c’è di così speciale da vedere in questa città?
Certamente non ha la ricchezza di monumenti di Parigi o le tendenze di Londra, ma Sarajevo DEVE essere vista per tutta una serie di motivi:
1) E’ un crocevia unico di culture, un esempio di come le diversità possano convivere, di come 4 religioni possano avere i loro simboli nella distanza di un incrocio, di come ragazze biondissime dai tratti slavi possano indossare un velo. In pochi luoghi ho sentito così potente cosa significa melting pot.
2) E’ un viaggio indispensabile per conoscere la storia moderna, quella storia che è avvenuta a un passo da casa nostra e che è spesso stata considerata di serie B, ma che tanto può insegnare sulle dinamiche attuali anche del nostro Paese
3) I Bosniaci sembrano ruvidi all’accoglienza, ma hanno un orgoglio e una simpatia unici
Itinerario per visitare Sarajevo in 3 giorni
Sono partita di giovedì e sono rientrata di domenica pomeriggio: quasi 3 giorni per visitare Sarajevo e i suoi dintorni.
All’arrivo consiglio di prendere confidenza con le stradine acciottolate e i bazar della città vecchia. Scegliete un hotel nella zona chiamata Bašcaršija e partite dalla piazza della fontana Sebilj, simbolo di Sarajevo, per la vostra visita.
Perdetevi nelle strade e poi proseguite nella via pedonale Ferhadija, che collega il vecchio e il nuovo, sino a un punto iconico e simbolico: il “Meeting of Cultures”, che è segnato anche sul selciato della strada.
Fermandovi con i piedi sulla linea e facendo un giro a 360 gradi tutto intorno, capirete perché parlo di mix di culture potentissimo per Sarajevo. Visivamente assaggerete il passaggio tra due mondi e due culture, come in un salto in epoche diverse: da un lato i bazar e le mosche della zona di origine ottomana, dall’altra i palazzi in stile liberty che fanno sembrare di essere nella Vienna mitteleuropea.
Nello spazio di pochi metri troverete una Moschea, una Sinagoga, una Chiesa Cattolica e una Cattedrale Ortodossa.
Rientrando verso l’hotel passeggiate lungo il fiume di Sarajevo, la Miljacka, sino a incontrare due altri luoghi che hanno avuto un ruolo rilevante nella storia: il Ponte Latino, nei pressi del quale una targa ricorda il luogo in cui il giovane attentatore serbo-bosniaco Princip ha ucciso l’Arciduca Francesco Ferdinando, scatenando la Prima Guerra Mondiale, e la Biblioteca Nazionale, altro simbolo della follia e della crudeltà a cui può spingere l’odio umano. La Biblioteca, infatti, fu bombardata durante la guerra degli anni Novanta e il suo tesoro di migliaia di libri rari finì in fiamme.
Secondo giorno a Sarajevo: visita guidata sull’assedio
Per capire cos’è Sarajevo oggi, credo sia imprescindibile partecipare a una visita guidata nei luoghi dell’assedio. Spesso le guide utilizzate hanno vissuto questi anni direttamente e possono raccontare cosa ha significato la quotidianità nella Sarajevo assediata.
I tour di solito partono dalla Sarajevo olimpica, quella degli anni Ottanta, che sembrava una città modello per la convivenza di diverse culture. Bella è la salita alle Fortezze Bianca e Gialla da cui si gode una vista su tutta la città.
I tour di solito continuano con il passaggio da alcuni luoghi simbolo della guerra, tra cui il tristemente famoso Viale dei Cecchini.
Si conclude di solito con il Tunnel of Hope, cioè il tunnel della speranza, un passaggio sotterraneo, costruito nei pressi dell’aeroporto e che serviva per trasportare viveri e medicinali alla città asssediata.
Per un’idea di un tour di un fornitore che conosco personalmente potete dare un’occhiata qui.
Terzo giorno: esplorare i dintorni di Sarajevo e il gioiello di Mostar
Il centro di Sarajevo è contenuto e si gira facilmente tutto a piedi.
Se deciderete di visitare Sarajevo in 3 giorni, avrete quindi tempo anche per esplorare i dintorni.
Tra tutte le varie escursioni, consiglio indubbiamente di recarsi a Mostar.
La città è un piccolo gioiello, con le sue stradine acciottolate, e vedere l’iconico ponte, oggi ricostruito, è davvero emozionante.
La distanza tra le due città è di circa 2 ore: per arrivare a Mostar infatti bisogna superare le montagne e andare verso l’Erzegovina.
E’ difficile andare in giornata con i mezzi, ma potrete partecipare a una delle tante visite giornaliere organizzate dalle agenzie locali.
Spesso l’escursione include anche la visita a Blagaj e alle sorgenti color smeraldo della Buna, nei pressi di un monastero di Dervisci, un luogo poco conosciuto, ma un angolo davvero di pace e tranquillità.
Sarajevo: come arrivare
Come dicevo, arrivare a Sarajevo non è facile, perché non vi sono voli diretti da Milano o Roma e le compagnie low cost non l’hanno ancora inclusa nelle loro rotte.
Al momento è necessario quindi fare scalo in un’altra città europea. Potrete volare quindi con Alitalia/Air Serbia con scalo a Belgrado o con Austrian Airlines e scalo a Vienna.
Avete bisogno di aiuto per organizzare il vostro weekend lungo a Sarajevo? Contattemi.
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