Kathmandu giace nella valle omonima e può costituire il punto di partenza per una serie di escursioni e visite interessanti da fare in un giorno, senza necessità di cambiare hotel. Ecco quelle che sono per me le più interessanti.
Vicinissima a Kathmandu, si trova un’altra città che può essere usata per fare da base per un tour della Valle di Kathmandu. Si tratta della vecchia capitale Bhaktapur. Vi consiglio di leggere anche l’altro mio post per scegliere se fare base a Kathmandu faccia al caso vostro.
Tra induismo e buddismo: Pashupatinath e Boudhanath
Non si può andare in Nepal a mio avviso senza vedere questi luoghi carichi di spiritualità. Si tratta peraltro dei luoghi più sacri delle due religioni presenti in Nepal, rispettivamente l’Induismo e il Buddhismo.
Partite dal primo tempio, quello di Pashupatinath, che è un po’ la Varanasi nepalese.
Si trova lungo il fiume Bagmati, con i suoi ghat (scalini) che scendono lungo le acque. La strada di ingresso è un tripudio di bancarelle di oggetti sacri. Il complesso di templi, sebbene non sia forse particolarmente interessante da vedere, merita una visita per le cerimonie che qui hanno luogo. Vedrete intere famiglie salutare e pregare i loro cari, visto che è luogo dove avvengono le cremazioni. Considerata la sacralità del momento, è opportuno mantenere un comportamento rispettoso e non fotografare direttamente le pire.
Passeggiando per il complesso troverete anche dei simpatici Sadhu, pronti a farvi una benedizione per pochi spiccioli. I Sadhu sono dei saggi, degli asceti che dedicano la loro vita alla preghiera e alla meditazione.
Altrettanto intensa sarà la visita a Boudhanath, la più grande stupa del mondo. La stupa è una struttura circolare, tipica dell’architettura religiosa buddhista, il cui fine ultimo è la conservazione di una qualche reliquia, motivo per cui non si entra dentro all’edificio.
Preghiere in sottofondo, bandierine colorate e gli occhi del Buddha, insieme al profumo di incenso e delle candele votive acuiscono i cinque sensi e contribuiscono all’esperienza mistica del luogo.
Tips di viaggio. Quando visitarlo? nel tardo pomeriggio, quando numerosi fedeli scendono al tempio per la preghiera e riempiono lo spazio con i loro canti, le ruote di preghiera e le lente passeggiate in senso orario intorno alla stupa. Salite a bere una birra su un rooftop dei locali a fianco, per scattare foto dell’intera piazza. Infine, per un’esperienza ancora più suggestiva potete chiedere di pernottare nella gusthouse di uno dei monasteri adiacenti (Shechen Monastery)
Dhulikel, Namobuddha e Panauti: tra montagne e campagne
Dhulikel è una città in stile Newari posta a circa 1.500 metri di altezza e a una trentina di chilometri dalla capitale. La sua peculiarità è la vista che offre sulla catena Himalayana e sul massiccio dell’Annapurna.
I newa sono una delle etnie del Paese e hanno dato origine nel periodo tra il 12° e il 18° secolo a una civiltà fiorente e ricca di opere. Non a caso, le tre grandi città, patrimonio Unesco (Kathmandu, Bhaktapur e Patan, di cui parleremo tra poco), sono state create in questo periodo.
Dhulikel è sormontata dal Monastero buddhista di Namobuddha, che spicca sul crinale di un’altura.
Namobuddha è legato alla leggenda di una tigre, così debole, che non riusciva a sfamare i suoi cuccioli. Buddha, incontrandola, mosso a pietà, si offrì e sacrificò per poterla rimettere in forze.
Oggi potrete visitare il monastero dai colori sgargianti, la bianca stupa circondata di bandierine e una radura che costituisce un ottimo punto panoramico sulla vallata (la riconoscete per le numerose bandierine colorate che la delimitano).
Intorno alla piazzetta della stupa vi sono alcuni ristoranti. Qui ho mangiato i noodles più buoni ed economici del viaggio!
Nel monastero di Namobuddha è possibile chiedere ospitalità e soggiornare, adeguandosi ovviamente ai ritmi e alle attività monastiche.
Da Namobuddha parte un sentiero in discesa che attraverso pascoli e campi e porta al villaggio di Panauti, quintessenza della vita nepalese rurale.
Panauti sorge sul fiume Bagmati. Come spesso accade, la presenza del fiume la rende una meta utilizzata per le cerimonie funebri. Oltre a questo, qui si trova quello che, nella sua forma originaria, è considerato il più antico tempio nepalese, l’Indreshwar, risalente alla fine del 1200.
Passeggiando tra le vie di Panauti verrete forse richiamati dai bambini di una scuola elementare. Il direttore accetta volentieri i visitatori e vi illustrerà le attività e l’organizzazione della struttura. Ricordatevi di fare una piccola donazione.
Dakshinkali e la dea Kalì: non per tutti
Dakshinkali si trova a 20km da Kathmandu. Si tratta di un complesso abbastanza ampio, che al martedì e al sabato si riempie di fedeli. Queste sono le giornate, infatti, dei sacrifici di animali alla Dea Kalì.
All’arrivo infatti una lunga via di bancherelle in mezzo al bosco vi accoglierà, anche se capirete subito che c’è qualcosa di inusuale, visto che le bancarelle vendono galline, uccelli e persino caprette, pronte a essere sacrificate sull’altare.
Il luogo è sicuramente carico di un’atmosfera particolare e comunque il luogo dei sacrifici rimane un po’ appartato e lontano dalle aree dei visitatori. Rimane comunque una visita che non è adatta a tutti.
Patan: la più antica città reale
Patan è oggi una delle più grandi città del Paese e, forse, una delle città reali più antiche, visto che la sua fondazione risalirebbe addirittura al III secolo a.c. E’ stata però soprattutto l’epoca medievale, e la dinastia dei Malla, ad aver creato lo splendore di templi e palazzi che le ha fatto meritare il nome sanscrito di Lalitpur (città della bellezza).
Il centro è sicuramente Durbar Square che, nonostante il terremoto del 2015, vanta tempi e palazzi gli uni accanto agli altri. Rispetto ad altre Durbar Square, gli architetti si sono sbizzarriti in forme e costruzioni poliedriche, come ad esempio il Krishna Mandir, costruito in pietra intagliata, invece che con la solita architettura di cotto e legno.
Poco dietro la piazza, c’era un meraviglioso negozietto di Thanka (Pure Land Thanka Centre Pvt).
I thanka sono una forma d’arte buddista, consistenti in opere pittoriche o ricamate, che richiamano la forma a noi nota dei Mandala, che vengono appesi nei templi.
Parlo al passato, perché mi hanno detto che è chiuso al momento. Se qualcuno di voi ha modo di visitarlo, sarei contenta di avere informazioni aggiornate in merito.
La stupa Swayambhunath: il tempio delle scimmie
Lascio per ultimo questo luogo perché non si tratta nemmeno di un’escursione dalla capitale, visto che ormai è stato inglobato dalla città.
Sicuramente uno dei luoghi più famosi e iconici di Kathmandu (avete visto che è l’immagine della home page del mio blog?), va visitato secondo me al tramonto, quando le sfumature del cielo si rispecchiano sulla grande stupa bianca e quando potrete pian piano vedere tutta la città ai vostri piedi che si illumina.
Ebbene sì: il tempio è collocato in una posizione elevata sulla città (mi ricordo ancora i numerosi e ripidissimi scalini da percorrere).
Il tempio viene denominato anche “delle scimmie” perché in effetti, oltre ai fedeli e ai turisti, queste sono i principali abitanti del luogo. A volte, soprattutto lungo le scalinate d’accesso, possono essere un po’ moleste, quindi state attenti agli occhiali (amano rubarli) e non consumate cibo in loro prossimità…possono diventare abbastanza aggressive.