Guadalajara è tornata alla ribalta di recente grazie alla famosa serie di Netflix, Narcos. Dopo aver raccontato le vicende di Pablo Escobar e la Colombia, la serie si è spostata in Messico, raccontando l’ascesi di Miguel Angel Felix Gallardo, che negli anni Ottanta è divento “el jefe de jefe” del cartello che controllava la parte del Messico a Nord della Capitale (Jalisco, Sinaloa, Tijuana, Juarez, ecc).
Nella serie si vede che Gallardo pone come base delle sue attività la città di Guadalajara, nello stato di Jalisco, storicamente noto per la destinazione balnerare di Puerto Vallarta, amata dai divi di Hollywood negli anni Sessanta.
Io ho visitato Guadalajara a metà degli anni Duemila, quando a dire il vero non sapevo nulla di Narcotrafficanti e serie TV. Anzi, stento a sovrapporre i miei ricordi di questa placida cittadina con le immagini dei crimini visti in Televisione. Parlo di cittadina, perché così me la ricordo, con il suo centro storico raccolto e ben delineato, i suoi viali, i suoi hotel e ristoranti di lusso, man mano che ci si allontana dalla Cattedrale. In realtà Guadalajara è oggi la terza città del Messico per abitanti, dopo Città del Messico (“De Efe”, come è chiamata dai Messicani, dalle iniziali di Distrito Federal) ed Ecatepec de Morelos.
Perché visitare Guadalajara: la quintessenza della Messicanità
Vi starete quindi chiedendo perché ho incluso Guadalajara nel mio giro in Messico (che peraltro era concentrato sul classico Chiapas e Yucatan, quindi su distretti ben lontani da qui).
Quali sono le prime tre immagini che associate al Messico? Immagino che siano in qualche modo legate a Guadalajara.
Vi dico le mie:
- Tequila
- Mariachi
- Charro, i cow boy Messicani, uomini dai baffi e dal cappello, stivaloni compresi
Guadalajara è la patria delle tre cose qui sopra. Per questo ho deciso di allungare il mio viaggio, prevedendo uno scalo a Chicago che è collegata direttamente con la città più importante del Jalisco.
I Mariachi sembrano essere nati proprio qui, nella cultura dei cavallerizzi e degli allevatori di Mandrie e a Guadalajara si tiene ogni anno un importante evento di Mariachi e “Charreria”, con esibizioni che si susseguono per parecchi giorni. Se visitate la regione, vi capiterà sicuramente di incappare in una loro esibizione, soprattutto alla domenica, in qualche piazza o ristorante.
La Tequila viene prodotto dalla fermentazione dell’Agave Blu, che vedrete molto diffusa nelle campagne intorno alla città, mentre vi avvicinate al borgo di Tequila che dà il nome alla bevanda.
Dieci anni fa, quando ci sono stata io, per le strade gli uomini più anziani giravano ancora vestiti da veri Charros: cappello a tesa larga a nascondere lo sguardo, stivali di pelle rigorosamente cuciti a mano, jeans e camicia dalle maniche arrotolate.
Viaggio in Messico: cosa vedere a Guadalajara?
La Cattedrale
Il vero centro della città è sicuramente rappresentato dalla Grande Cattedrale, che si vede anche nella sigla della serie di Netflix Narcos Mexico. La Cattedrale, degli inizi del Seicento, è circondata da 4 belle piazze. Plaza de Armas comprende un patio in stile Liberty che ospita concerti gratuiti.
Plaza Tapatìa
E’ il centro dello “struscio” cittadino. Si tratta di una piazza stretta e lunga: assomiglia di più a un viale, lungo più di 500 metri e adornato da negozi, artisti di strada e strane sculture/panchine di bronzo.
Tapatio è la denominazione utilizzata per gli abitanti dello stato del Jalisco.
Mercado San Juan de Dios
Enorme spazio destinato alle attività commerciali. E’ costruito su 3 piani e qui potrete trovare qualsiasi oggetto vi venga in mente.
Tlaquepaque
E’ un sobborgo della città, rinomato per i suoi negozi particolari di design e artigianato.
Vie pedonali incantevoli, bei palazzi, piazzette adorabili: una fuga in un Messico d’elite e di altri tempi.
Se volete passare qualche giorno di tranquillità vi consiglio di dormire qui: vi sono ottimi Bed&Breakfast e Boutique Hotel.
Una gita a Tequila
A circa 50 km da Guadalajara sorge il paesino di Tequila. Dal centro città partono diverse escursioni organizzate che consentono di fare alcune degustazioni in aziende agricole, vedere le coltivazioni di Agave, fare un giro nel Pueblito e visitare l’azienda Jose Cuervo. Le visite guidate durano un’ora circa e includono ovviamente degustazioni di Tequila e Margarita.
Lago Chapala
Ecco un’altra escursione tipica da Guadalajara. Il lago è una meta molto gettonata durante i week end anche dai Messicani, che qui cercano frescura e svago.
Il lago a dir la verità è un po’ deludente (ma forse l’ho visitato in un periodo di particolare siccità). E’ bello però osservare e mischiarsi alla vita quotidiana delle famiglie messicane, fare un giro sul lungo lago o per le strade acciottolate dei paesini intorno.
Come arrivare a Tequila e al Lago Chapala?
Tutte queste destinazioni sono collegate con bus. Andate alla stazione principale degli autobus di Guadalajara l’Antigua Central Camionera, e chiedete informazioni. I bus sono frequenti e non è necessario prenotare in anticipo.
Il consiglio della Travel Coach
La riscoperta della forza del gruppo
Molte volte mi avete visto scrivere che viaggiare in solitaria è un catalizzatore estremo di autostima e di senso di autoefficacia.
Ci sono alcune attività, per me, che rimangono comunque ostiche e molto lontate dal mio essere abituale; tra queste vi sono quelle legate all’attività fisica, alla forza e alla manualità.
Se viaggiare da soli in luoghi lontani ci consente di spogliarci di qualsiasi etichetta e condizionamento che, invece, nella vita quotidiana ci portiamo dietro a causa della nostra inclusione nei diversi gruppi che costellano la nostra esistenza (colleghi, famiglia, amici…), a volte è invece la connessione con il gruppo che ci dà la forza.
Il caso del mio percorso nel Wadi Mujib ne è un esempio. Come ho già anticipato, da sola o in coppia con il mio abituale compagno di viaggio (leggasi mio marito), probabilmente mi sarei bloccata alla prima cascatella da scalare.
I gruppi, quindi, se hanno determinate caratteristiche, possono diventare un motore. In effetti, riscontro questa forza propulsiva spesso in alcuni dei miei lavori di crescita personale: è attravero il supporto e il confronto con gli altri membri del gruppo, ad esempio, che i partecipanti del percorso di Allenamenti per il futuro, pensato per i ragazzi tra i 18 e i 24 anni che non stanno lavorando nè studiando (etichettati in maniera impersonale con l’acronimo di NEET), scoprono di non essere gli unici bloccati in un’ empasse e cominciano a scambiare esperienze ed emozioni,
Il gruppo diventa una molla secondo diverse dinamiche:
- Confronto/paragone: “se ce l’ha fatta lui/lei, allora posso farcela anche io
- Competizione: “non posso cedere prima degli altri”; non tutti hanno uno spirito competitivo, ma spesso la competizione sana diventa voglia di fare e di fare bene
- Accudimento/supporto: dal gruppo traiamo nutrimento e, metaforicamente (ma non tanto, in relazione al canyoning), il gruppo è quello che ci può spingere in una salita rocciosa difficile o che ci può indicare dove mettere il piede in un percorso particolarmente scivoloso
Non tutti i gruppi sono benefici. Ci sono alcuni gruppi in cui si cristallizzano delle dinamiche particolari e dei “ruoli” fissi, che possono essere tossici. Come ho detto in precedenza, il gruppo deve avere alcune caratteristiche. La più importante sicuramente, come sa bene chiunque abbia partecipato a qualche attività di formazione o di crescita in gruppo, è l‘assenza di giudizio.
Ringrazio quindi il mio gruppo di Travel Blogger per il clima, l’atmofera, il supporto e l’assenza di giudizio che ha saputo creare.