Oggi sono lieta di ospitare Teresa e Gianni, alias Nonni Avventura. In primis perché sono proprio “forti” e poi perché sono appena rientrati da un viaggio in India e ci raccontano le loro impressioni ed esperienze, con un focus particolare sulla cultura, sulla religione e su alcune contraddizioni Indiane. Potete comunque scoprire di più sul loro itinerario di viaggio in Rajastan sul loro blog.
Il viaggio in India che ci ha portato in questa splendida terra è stato superiore alle nostre più rosee aspettative.
Siamo partiti con qualche perplessità, perché molti ci avevano detto che è un viaggio estremamente forte a causa della sporcizia e della povertà che avremmo visto.
In effetti, è un luogo pieno di contraddizioni: da un lato splendidi palazzi e hotel lussuosi e dall’altro tanti senza tetto che vivono sui marciapiedi e cumuli di spazzatura da far paura.
Ma nel nostro viaggio in India abbiamo apprezzato anche questo, perchè fa parte della cultura del paese. Visitare uno stato per noi significa anche conoscere la sua realtà, oltre che la storia e i monumenti.
Viaggio in India: la religione
Sarebbe meglio dire le religioni: la maggioranza della popolazione è hinduista, ma ci sono anche i giainisti (che sono una setta nata dalla scissione dall’hinduismo), tanti musulmani, una piccola percentuale di buddhisti e di cattolici.
Siamo rimasti affascinati dall’hinduismo, anche se avevamo già sperimentato questa esperienza in Nepal.
Hanno una quantità incredibile di dei, anche se solo tre sono i principali: Brama, Shiva e Visnu. Questi tre dei hanno però tutta una serie di nomi diversi che rappresentano le loro manifestazioni. Quindi è abbastanza difficile raccapezzarcisi.
Ma il dio sicuramente più simpatico è Ganesh, tutto rotondetto e con la sua testa di elefante. In giro per l’India vedrete tante statue ed immagini che lo rappresentano. infatti dicono che sia il dio che porta fortuna.
E ogni volta che un indiano incrocia un’immagine di Ganesh, lo sfiora con la mano per buon auspicio; confesso che anche io e Gianni lo abbiamo fatto spesso…. hai visto mai?
Ci è anche piaciuto molto il rito della “tika” (chiamata anche bindu). Si tratta del segno colorato che viene disegnato tra le sopracciglia.
Di solito è un puntino rosso, ma non sempre: le donne sposate, per esempio, tracciano una linea rossa verticale, gli adoratori di Visnu tracciano una V gialla sulla fronte e così via.
E’ molto simpatica la tradizione di applicare la tika anche ai visitatori. Indovinate? Io ho girato per la maggior parte del tempo con il mio punto rosso in fronte, mentre Gianni era molto restio a farselo applicare!
Mucche, mucche dappertutto!
Tutti sanno che in India le mucche sono sacre: ma sapete perchè?
La leggenda narra che il dio Krishna, quando era bambino, venne perseguitato dal malvagio dio Kaṃsa che voleva ucciderlo. Fu adottato da una famiglia di pastori che lo allevò con il latte delle mucche.
Da quel momento, le mucche furono considerate sacre e per questo rispettate e onorate.
Esse sono libere di circolare nelle strade e, spesso sulle autostrade. Ci hanno detto che esse hanno dei proprietari; ma non abbiamo ben capito se chiunque può mungerle o se i padroni devono andare a cercarsele ogni volta per prendere il latte.
Della mucca viene utilizzato tutto, perfino gli escrementi. Percorrendo un’autostrada abbiamo visto delle pile formate da cerchi. Ovviamente impossibile capire cosa fosse!
Poi la guida ci ha spiegato che si trattata di “cacca mucca” pressata, che viene bruciata nelle stufe per scaldare gli ambienti.
Quando poi la guida ci ha portati a casa sua per presentarci la famiglia (cosa che abbiamo molto apprezzato), abbiamo notato che nel cortile c’era una strana pavimentazione.
Anche questa era “cacca mucca”; spalmata e lasciata seccare, rendeva l’ambiente molto fresco durante le torride estati indiane. Insomma, della mucca non si butta proprio niente!
Il sistema delle caste in India
Il sistema delle caste fu ufficialmente abolito da Gandhi, ma nella pratica esso permane nella vita di tutti i giorni.
La popolazione quindi rimane divisa in bramini (sacerdoti o intellettuali), guerrieri, mercanti e intoccabili.
La divisione non è più così rigida come un tempo, ma soprattutto nei villaggi essa permane.
Il nostro driver fa parte della casta dei bramini e come tale è rigorosamente vegetariano; in più non può mangiare le uova.
La sua famiglia sta cercando una moglie per lui (eh si, i matrimoni combinati in India sono la norma); ma ci diceva che lui può sposare solo una ragazza che faccia parte della stessa casta.
Il problema è che lavora nel mondo del turismo, quindi è difficile trovare una donna che accetti una professione non proprio da bramino.
Questo ci è piaciuto dell’India; non solo il Taji Mahal o l’Amber Fort, ma la sua cultura, le sue tradizioni che a noi possono sembrare assurde, ma fanno parte della loro vita!
Teresa
Grazie Valeria, è veramente emozionante vedere il nostro articolo e le nostre foto sul tuo blog.
Spero che aiuti a capire, anche se in minima parte, il perchè l’India è un paese così affascinante!
Valeria
Grazie a te! E’ stato un piacere ospitare i Nonni Avventura e i loro racconti!!!