Se state partendo per Tenerife in primavera e il vostro obiettivo non è stare distesi in spiaggia, ecco un elenco di località da visitare, con alcuni consigli.
Tenerife fuori stagione: vale la pena?
In realtà Tenerife è una meta adatta per tutto l’anno. Teoricamente, infatti, è possibile fare il bagno anche in inverno, soprattutto nella parte sud, che è più riparata dai venti. L’elemento vento è, infatti, quello che potrebbe incidere di più sul meteo e quindi sulla vostra voglia di entrare nell’Oceano.
Detto questo, se state meditando di farci un salto, ma non d’estate e non per chiudervi in un resort, a mio avvisto, merita una visita. Il tempo ideale è quello di un week-end lungo. Io l’ho visitata quasi tutta in circa 3 giorni pieni. E’ però fondamentale noleggiare un’auto, visto che le cittadine e i paesini più interessanti sono distanti lungo dall’altro.
Devo, anzi, essere sincera, la parte più famosa per il turismo balneare, come ad esempio Costa Adeje o Playa Las Americas non mi ha convinto. Io personalmente non mi farei 4 ore di volo per venire qui a cercare spiagge e mare (a meno che ovviamente l’obiettivo non sia cercare sole di inverno, ma, anche in questo caso, credo ci siano soluzioni migliori e anche potenzialmente più economiche, come il buon vecchio Mar Rosso).
La Orotava: balconi e giardini
La Orotava, situato nella zona nord dell’isola, è un piccolo borgo, famoso per le sue abitazioni coloniali: case dai colori vivaci e dai magnifici balconi intagliati.
Il fulcro è la Calle Carrera del Escultor Estevez, dove si trovano gli scorci più belli. Chi vuole fermarsi per riposarsi su una panchina o ammirare il panorama (La Orotava è costruita in salita e si trova circa a 300 metri sul mare), potrà farlo nella graziosa Plaza de La Constitucion, abbellita da un bel patio centrale. Fanno da contorni i tavoli dei bar.
Imperdibili però sono i Jardines del Marquesado de la Quinta Roja (anche chiamati Giardini Victoria), rigogliosi giardini terrazzati, rigorosamente geometrici, dalla cui sommità si possono vedere tutti i rossi tetti della cittadina. I giardini sono in realtà un mausoleo, che conserva le spoglie di Diego Ponte del Castillo, figlio della marchesa locale.
Puerto de La Cruz e i murales
Puerto de La Cruz è il classico borgo sul mare, in alcuni tratti anche un po’ troppo caotico.
Tra i luoghi che mi sono piaciuti di più vi è stata Playa Martianez, per la bella atmosfera che si respira. La spiaggia è piccola e non è niente di che. In realtà è la spiaggia dei surfisti ed è bello fermarsi a vedere le loro evoluzioni e le onde che si infrangono sugli scogli poco lontani. Sulla spiaggia si affaccia anche un bel lungomare.
Da qui poi parte la passeggiata. Nella sua prima parte segue un complesso davvero singolare (e un po’ discutibile): Lago Martianez. Si tratta di un’immensa piscina/laguna artificiale, circondata da varie installazione che riprendono i materiali e le forme tipiche delle Canarie. Il complesso è stato creato negli anni ’70 dall’architetto di Lanzarote César Manrique. Io personalmente non ho apprezzato il cemento costruito sul mare, dove in realtà la natura dovrebbe avere un ruolo di primo piano. E’ anche vero, tuttavia, che il risultato e la fusione tra naturale e artificiale è abbastanza armonico.
Molto più carina è la chiesetta di San Telmo che si affaccia sul mare, proprio vicino all’immancabile scritta dedicata alla città e costruita per invogliare alle fotografie di rito.
In realtà è proseguendo ancora lungo il mare che si incontra la zona più interessante di Puerto de La Cruz: si entra nel centro storico. Qui dovrete guardarvi intorno, perché cominciano a vedersi i primi murales. Passate dalla Piazza della Chiesa, ombreggiata da alberi, e poi proseguite su Calle San Felipe fino a entrare nell’antico quartiere dei pescatori, chiamato La Ranilla. Quando incontrerete Calle de La Penita, girate a destra fino ad arrivare a Calle Mequinez, un tripudio di colori!
Ammirate le casette basse e tutte diverse, ognuna delle quali hai i suoi simboli dipinti intorno alla porta di ingresso. Ripercorrete tutta la via per tornare da dove siete venuti. La via è ricca di murales interessanti.
Arriverete infine al molo e vi imbatterete nella statua della pescivendola, simbolo del legame del pueblo con la pesca. Qui potrete ammirare le mura de la Bateria de Santa Barbara: soprattutto al tramonto, passeggiare su queste mura, con la salsedine che ti schiaffeggia dolcemente il visto, è un’esperienza ottimale per chiudere la giornata… insieme a una cena a base di pesce a La Cofradía de Pescadores, che ha tavoli che si affacciano sul mare.
San Cristobal de La Laguna: ancora colori
San Cristobal è una vivace cittadina universitaria.
Il suo centro storico è una delizia coloniale. Si tratta della più antica città delle Canarie e l’unica patrimonio Unesco.
Partite da Plaza de Los Remedios e passegiate per Calle Obispo Rey Redondo, ammirando le facciate coloratissime e decorate, fino ad arrivare a un’altra graziosa piazzetta, quella della Concepcion. Ritornate indietro per Calle Herradores.
Non può mancare una sosta al Bodegon Viana per assaggiare l’ensaladilla (insalata russa) e alcuni prodotti tipici canari, in un’atmosfera da bottega solare e deliziosa.
Una piccola chicca: uscite dal centro storico per ammirare i murales della zona universitaria (sapete che adoro la street art). In particolare i colori psichedelici di Calle de Barcelona (al numero 12) e la bella opera a Calle Morales, 65.
Un po’ di natura: la salita al Teide
Tenerife offre una varietà estesa di microcosmi. Con un tragitto in auto di un’ora, sarete trasportati a oltre 2.000 metri, un paesaggio lunare, brullo, misterioso e magnetico.
Se soggiornate al sud, potete prendere la TF1 e la TF38 e fermarvi di volta in volta nei miradores (punti panoramici) lungo il tragitto per scattare foto o per fare passeggiate in mezzo alla lava di antichi vulcani. Tra i luoghi di sosta lungo il tragitto troverete il Mirador de Las Narices del Teide e Boca Tauce, in particolare in questo ultimo punto, vedrete il Teide svettare sullo sfondo, con davanti le colate delle ultime eruzioni.
Se avete bisogno di una sosta, di un bagno o di una caffetteria, proseguite fino al Mirador de la Ruleta, da cui avrete una vista a 360 gradi sulla regione tutta intorno. Con una breve passeggiata arriverete anche al monolito chiamato “Dito di Dio”. Proseguendo in auto, dopo poco, troverete il punto di accesso alla teleferica per salire sulla vetta.
Lungo il percorso, troverete pochi posti dove rifocillarvi, uno di questi è il Ristorante El Portillo. Considerate che siete su una montagna e che quindi la temperatura qui scende parecchio.
Se proseguite ulteriormente potete scendere verso La Orotava, per proseguire la giornata con la visita di questa cittadina.
Tra le località da visitare non può mancare la capitale, Santa Cruz, che con le sue piazze e giardini, merita però uno spazio a sé.