L’isola di Bali racchiude un numero spropositato di templi: se si considerano anche i piccoli templi dei villaggi si può arrivare facilmente a contarne 20.000! Tanta ricchezza e spiritualità può rendere complicato organizzare la visita. Questo articolo quindi riassume quali templi vedere a Bali, quali vale la pena ammirare, perché sono particolari o importanti, secondo ovviamente la mia personale opinione (ma potete aiutarvi con le foto per vedere cosa vi ispira di più).
I templi a Bali sono molto differenti tra loro, pur nella loro struttura architettonica comune. Quello che li differenzia, ai nostri occhi inesperti, è soprattutto la location: vi sono templi in riva al mare, templi che si affacciano sugli specchi lacustri, templi montani e templi in mezzo alla giungla.
La mappa dei templi a Bali e qualche consiglio introduttivo
Nella mappa qui sotto, vi riporto la posizione dei templi che descrivo nell’articolo.
Per inquadrare meglio la visita, ecco qualche informazione generale aggiuntiva.
Innanzitutto è bene specificare che la religione a cui fanno riferimento la quasi totalità dei luoghi sacri di Bali è l’induismo. Se avete visitato altre destinazioni hindu, come ad esempio l’India, vi accorgerete che i siti religiosi di Bali hanno degli elementi propri e caratteristici. Si tratta di siti tendenzialmente “aperti”, suddivisi in diversi cortili. L’elemento tipico è il pelinggih meru, cioè la torre in cui si susseguono diversi piani dai tradizionali tetti ricoperti di paglia. La meru è quella che comunemente chiamiamo “pagoda” e che, nei diversi paesi e religioni, assume forme, caratteristiche e nomi specifici.
I templi, come vedrete, sono ovunque, anche perché ogni famiglia, ha un suo proprio “family temple” a cui verranno donate le caratteristiche offerte di fiori e frutta contenuti in piccoli cestini fatti di foglie intrecciate.
Un’altra curiosità: i templi sono normalmente orientati in direzione del vulcano Agung, il monte sacro dell’isola. Per accedere ai templi, viene spesso richiesto di coprire le gambe con una sorta di pareo, chiamato sarong. L’obbligo vale anche nel caso in cui indossiate pantaloni lunghi. Potete quindi avere l’accortezza di girare con un telo oppure noleggiarlo all’ingresso dei principali siti.
Come vedrete, infine, quasi tutti i siti sono preceduti dalla parola “pura”, che significa appunto tempio o più letteralmente “città murata”.
I templi di Bali sul mare: Tanah Lot e Uluwatu (mappa 1 e 2)
Inizio con i due templi “marini”, perché sono sicuramente tra i più famosi e i più scenografici.
Nonostante siano costruiti entrambi sulla riva del mare, sono decisamente differenti.
Il Tanah Lot è circondato dal mare. Uluwatu è situato su una scogliera a picco sul mare, con una vista drammatica sull’Oceano.
Tanah Lot è dedicato a una divinità marina (Lot significa appunto mare). Si trova su una roccia che spunta dalle acque. E’ raggiungibile a piedi direttamente dalla spiaggia solo con la bassa marea. Al di sotto del tempio, si trova una fonte sacra, a cui è possibile avvicinarsi per un rito di purificazione, dietro pagamento di un’offerta. I non induisti possono arrivare solo fino a qui, perché l’accesso al tempio vero è proprio è riservato ai fedeli.
Il luogo è sicuramente uno dei più affollati dell’isola, sia da devoti sia da turisti, soprattutto al momento del tramonto. Per cercare di evitare la ressa, è consigliabile recarsi qui di mattina, possibilmente prima delle 10.
L’accesso è a pagamento e il tempio è facilmente raggiungibile sia da Kuta sia da Ubud in circa 40 minuti.
Uluwatu si trova invece su una scogliera a picco sul mare, a circa 70 metri sulle onde dell’Oceano ed è raggiungibile con una passeggiata panoramica che segue la cresta della scogliera. Qui sarete accompagnati da dispettose scimmiette (state attente a borse, occhiali ed evitate il cibo se non desiderate attenzioni particolari da parte loro).
Uluwatu è molto suggestivo al tramonto. Gli ampi spazi fanno sì che non si viva quel senso di sovraffollamento che si percepisce con un certo fastidio in altri luoghi, è anche vero che all’approssimarsi dell’ora del tramonto, soprattutto nei periodi di maggiore affluenza turistica, la strada di accesso diventa molto trafficata (ho fatto la coda per arrivarci come se fossi in tangenziale!).
La spiritualità dell’acqua: Pura Tirta Empul (3)
Una visita qui è assolutamente consigliata, perché nonostante anche questo sia un luogo molto frequentato, si respira davvero un senso di pace e di forte spiritualità.
L’elemento caratterizzante sono le grandi vasche con le 30 fontane che sono utilizzate dai fedeli induisti per i bagni rituali purificanti.
I riti sono destinati ai credenti: sebbene anche qualche turista provi l’esperienza, non è ben visto. Potete comunque accostarvi con rispetto e devozione e assaporare la sacralità del luogo: chiudete gli occhi sentendo il gorgoglio dell’acqua, respirate l’odore dei fiori delle offerte e respirate!
Secondo la credenza induista, inoltre, le donne con il ciclo non dovrebbero accedere ai luoghi sacri.
Pura Gunung Kawi: in mezzo alla giungla (4)
Molto vicino al Tirta Empul, si erge il Pura Gunung Kawi. Mi è piaciuto subito perchè si trova propria in mezzo a un ambiente naturale selvaggio, che ricorda una fitta giungla. Le incisioni nella roccia circondate dalle liane sono uno scorcio che non dimenticherete.
Si pensa che questo luogo sia il complesso funerario per il Re Anak Wungsu e che le incisioni siano dei veri e propri altari.
Il complesso si raggiunge scendendo una ripida scalinata di oltre 300 scalini, che però attraversa risaie verde smeraldo e che offre quindi la possibilità di una passeggiata panoramica e bucolica (ovviamente al ritorno il tutto si trasforma in un’erta e faticosa salita).
Il tempio madre di Besakih (5)
Si tratta del tempio più grande e sacro dell’Isola. Nonostante forse sia meno scenico di tanti altri, merita assolutamente una visita per la sua imponenza e soprattutto perché è un luogo molto amato dagli abitanti dell’isola.
E’ vero che ci sono comitive, è indubbio che i venditori di souvenir possano contribuire a smorzare l’atmosfera mistica del luogo, ma, se si va oltre l’apparenza, l’autenticità del tempio si riesce a respirare. Io ho osservato molte famiglie raccolte in preghiera e sono stata timidamente coinvolta anche nelle preghiere di un gruppo. E’ un luogo quindi turistico, ma anche realmente utilizzato e vissuto.
Il complesso è molto ampio, con oltre 20 differenti templi. Su tutti spicca il Pura Penataran Agung con i tuoi terrazzamenti fioriti e la sua verticalità verso il cielo.
Il Pura Tirta Empul, Gunung Kawi e Besaking sono visitabili in un’intera giornata di escursione, se si è noleggiata un’auto e si concorda l’itinerario con un autista.
Pura Ulun Danu Bratan: il tempio sul lago (6)
Denominato anche Lake Temple o anche “Tempio Galleggiante”, il Puru Ulun Danu Bratan si trova in un luogo di rara bellezza, sulle acque di un lago, incastonato tra le montagne.
Per raggiungerlo bisogna spostarsi verso Nord, a circa un’ora da Ubud, ma decisamente più lontano se soggiornate sulla costa. Potete affittare uno scooter o concordare il viaggio con un driver. I panorami per raggiungere questo luogo sono incantevoli: si passa da piccoli villaggi e si attraversano verdi risaie.
Il tempio dedicato alle dea della acque, vitali ‘per le irrigazioni e i raccolti, è stato costruito nel XVII secolo. Il luogo però ha la particolarità di avere un mix di edifici appartenenti sia alla religione induista sia a quella buddista.
La costruzione decisamente più fotografata è la torre di sette piani che si affaccia proprio sul lago ed è circondata da fiori dai colori intensi.
Il complesso si trova a oltre 1.000 metri di altezza: non è così insolito quindi che faccia fresco e che, di prima mattina, si alzi una leggera nebbia a velare il panorama e a renderlo ancora più mistico e misterioso.
L’entrata al complesso costa 50.000 rupie, circa 3 euro (aggiornamento a febbraio 2021). Il tempio è raffigurato, curiosamente, proprio sul retro delle banconote da 50.000!
I turisti possono girovagare liberamente nel parco intorno al lago. Non è necessario qui indossare il sarong.
Dov’è la Porta del Paradiso a Bali?
Tra questi manca quello che di recente è diventato il più instagrammato e celebre, la cosiddetta Porta del Paradiso del Pura Lempuyang, perchè purtroppo non l’ho visitato.
Una volta luogo remoto e poco conosciuto all’estremo est dell’isola, oggi ha conquistato fama e visibilità, grazie proprio ai social. La Porta del Paradiso è un portale riccamente scolpito che si affaccia su un bellissimo panorama e che è diventato il set di milioni di fotografie ed esperimenti di filtri e fotoritocchi.
Per scoprire una lista di buoni motivo per visitare Bali, leggi qui
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