L’esperienza di un safari in Africa è qualcosa che difficilmente dimenticherete.
Vedere gli animali nel loro habitat, sentirsi piccoli e insignificanti davanti alla loro bellezza, viaggiare nella savana e ammirare i suoi colori che hanno un’intensità che solo qui ho trovato, sono gli ingredienti di quello che per me è il viaggio romantico per eccellenza, al punto che sono tornata in Africa proprio per il mio viaggio di nozze.
Quale paese scegliere per organizzare un Safari in Africa?
Se avete deciso che il vostro prossimo viaggio sarà un Safari in Africa, la scelta successiva sarà il “dove andare”.
Cerco di raccontarvi le caratteristiche delle varie destinazioni, in modo che possiate individuare quella che fa al caso vostro.
Al di là delle tipicità di ogni paese, inoltre, sono 3 le variabili da tenere in conto per la scelta:
- il budget a disposizione: il Botswana ad esempio è decisamente più caro del Kenya
- il periodo in cui andrete: sempre facendo riferimento al Botswana, nel delta dell’Okavango, il periodo delle piogge rende decisamente difficile muoversi
- viaggio in self drive o safari organizzato?
Iniziamo con l’ultima variabile.
Safari fai da te in self drive o safari organizzato?
Vi sono alcune destinazioni (tendenzialmente Sudafrica e Namibia) in cui è fattibile noleggiare un’auto e guidare da sé, anche all’interno dei principali parchi.
Diventare “ranger” per qualche giorno ha i suoi punti di forza: siete autonomi e con i vostri tempi e potete decidere di fermarvi anche ore intere a scattare foto della medesima pozza d’acqua o gruppo di zebre. La soddisfazione di avvistare da sé poi uno dei Big Five ripaga sicuramente del tempo passato in attesa. Se ci si attiene, inoltre, alle semplice regole dei parchi (non scendere dall’auto al di fuori delle zone consentite, guidare sempre rispettando i limiti di velocità), si tratta di un’esperienza che non è pericolosa.
Alcuni sono preoccupati dal fatto di non avere conoscenze e tecniche per avvistare. E’ vero che essere accompagnati da una guida e da un tracker (colui che analizza le tracce lasciate dagli animali e che quindi indica quale via scegliere per avvistare il maggior numero di esemplari) può essere un valore aggiunto, data l’esperienza e la conoscenza del luogo.
Ove possibile, quindi, consiglio sempre di alternare il self drive con qualche esperienza “guidata”, da prenotare direttamente sul posto.
Se volete organizzare un self drive, vi consiglio di leggere il mio itinerario in Namibia di 15 giorni oppure il mio itinerario in Sudafrica.
Vi sono però parchi e paesi in cui non è possibile guidare da sé. In Kenya e in Tanzania, famosi per parchi come il Serengeti, lo Tsavo e il Masai Mara, i safari sono consentiti solo su jeep guidate da autisti autorizzati. Rispetto ad esempio al Parco Kruger in Sudafrica e all’Etosha in Namibia, qui non vi sono strade ben segnalate e questo rende impossibile muoversi con facilità con un’auto normale (in Namibia e in Sudafrica è invece possibile entrare nei parchi citati con una normale berlina, se lo si desidera).
Qual è il periodo migliore per un safari?
In Kenya e Tanzania, il periodo migliore va da maggio a ottobre.
Nel Serengeti nei mesi di giugno/luglio si può assistere anche alle migrazioni di Gnu e Zebre.
Luglio, Agosto, Settembre sono anche i mesi migliori per assistere alle migrazioni nel Masai Mara in Kenya.
Per il Kenya, un ottimo periodo è anche quella che va da fine dicembre a metà febbraio, perché si è nel pieno della stagione secca.
Per Namibia e Sudafrica, il periodo migliore è la nostra estate, che corrisponde all’inverno Australe. Certamente bisogna essere pronti ad affrontare il freddo, non appena il sole cala, ma è la stagione secca.
Scegliere la stagione secca, oltre a evitarsi la scocciatura delle piogge, ha un secondo importante vantaggio: rende più facile l’avvistamento degli animali. Innanzitutto la savana è meno verde e la natura meno rigogliosa, inoltre, essendoci meno acqua a disposizione, gli animali si concentrano vicino alle grandi pozze. Prendersi il tempo per appostarsi vicino a grandi pozze d’acqua massimizza la probabilità di fare incontri speciali.
Per quanto riguarda il Botswana, il periodo migliore è maggio – agosto. Il delta dell’Okavango pullula in questo periodi di animali, che si concentrano qui perché sanno di poter trovare acqua in abbondanza. I mesi di luglio e agosto sono anche quelli decisamente più cari. E’, quindi, auspicabile scegliere i mesi a cavallo della stagione secca, come maggio o settembre, per ottenere tariffe più abbordabili.
La nostra estate è anche la stagione migliore per un altro Paese, che offre un incontro un po’ particolare e unico nel suo genere: l’Uganda con i suoi Gorilla di Montagna. Questi Gorilla vivono solo qui, nelle foreste pluviali tra Congo, Uganda e Rwanda.
I prezzi di un Safari in Africa
Generalmente muoversi in self drive è più conveniente. Il Sudafrica è, pertanto (anche rispetto alla Namibia) una delle mete più economiche per organizzare un safari.
Tra le altre, il Kenya offre decisamente prezzi migliori rispetto alla Tanzania.
In Uganda il prezzo è elevato perché il permesso per il Gorilla Trekking, da solo, costa 600 dollari. Nella vicina Ruanda il costo è però più del doppio. Ecco perché consiglio di scegliere l’Uganda.
Per maggiori informazioni su quanto costa un safari in Africa, leggete il mio post di approfondimento.
Si può fare un Safari in Africa con bambini?
E le famiglie? Quale meta dovrebbero scegliere per fare un safari in Africa con i bambini?
Lo stretto contatto con la natura e l’avvistamento degli animali rendono sicuramente un viaggio di questo tipo interessante anche per i bambini in età scolare.
Namibia e soprattutto Sudafrica hanno standard igienico – sanitari occidentali. In Namibia in molte zone l’acqua dei rubinetti è potabile, il Sudafrica è simile a un Paese occidentale: i rischi di dissenterie o problematiche similari sono molto limitati.
La vera preoccupazioni dei genitori ha però un altro nome: Malaria. E’ bene sapere che tutti i parchi qui citati sono zone endemiche per la malaria. Teoricamente, seppur quasi tutto il Sudafrica sia esente da malaria, il Kruger è zona potenzialmente a rischio. E’ anche vero che il rischio, qui come all’Etosha, è molto basso in generale e ancora più basso nella stagione secca.
Anche in Kenya le strutture per turisti sono spesso bonificate e trattate per evitare il proliferare delle zanzare, che portano la malattia.
Se però volete fare un safari malaria free, vi sono parchi nazionali in Sudafrica, come il Pilanesberg, vicino a Johannesburg, che sono certificati per l’assenza del plasmodio. Ecco un’idea di viaggio in Sudafrica con safari malaria free che ho costruito per voi.
Avete scelto la vostra prossima meta per un safari fotografico?
Serena Proietti Colonna
Ciao Valeria,
che sogno un safari in Africa! Sai che non avrei mai immaginato che fare un safari in Sud Africa fosse più economico di altri posti?! Ho visto che hai scritto un post in cui approfondisci l’argomento! Lo leggerò super volentieri!
Valeria
Ciao Serena, in Sudafrica puoi muoverti con la tua (le strade sono ben tenute) persino all’interno del Kruger, che è uno dei Parchi Principali. Il costo delle strutture, sia all’interno del parco, sia i lodge appena fuori i gate sono decisamente abbordabili.