Continua il racconto di un’ospite d’eccezione, Chiara, amica dell’università e ora donna che viaggia, anche spesso da sola.
E’ stata, poche settimane fa, in Polonia per un week end lungo e ci ha già raccontato la prima tappa a Varsavia.
Ora il racconto continua con lo spostamento e il weekend a Cracovia.
Weekend a Cracovia
La mattina dopo non suona la sveglia e io ho il treno per Cracovia… poco male: il mio bioritmo da anziana mi salva facendomi comunque svegliare con solo 15 minuti di ritardo ed arrivo indenne al binario col treno in partenza…
Cracovia mi ricorda, in prima battuta e per le zone fuori dalla cerchia di Stare Miasto, la mia visita a Bratislava: silenzio, poche persone in giro ed edifici molto sobri. Certo non dà l’impressione di essere economicamente ricca, anche se sicuramente l’ultimo ventennio ha richiamato folle di turisti crescenti (nel 2000 è stata eletta tra le 9 città europee della cultura e Papa Giovanni Paolo II soprattutto dopo il 2005 ha fatto il resto).
Calpestare il suolo dove Karol Wojtyla ha camminato basta ad emozionarmi e mi piace la semplicità ed al tempo stesso il decoro che traspare attorno.
Cracovia – Stare Miasto
Non appena però metto piede in Stare Miasto, mi galvanizzo letteralmente: decine di chiese che coprono vari stili architettonici (cito solo la Chiesa di Santa Maria e dei Santi Pietro e Paolo), monasteri e abbazie, palazzi pittoreschi e dalle eleganti facciate che si susseguono fianco a fianco, un parco che con i suoi alberi incornicia di verde il tracciato geometrico delle mura dell’antico centro storico, alcune carrozze con cavalli che attraversano le articolate e deliziose stradine che si snodano dall’ interno e che scandiscono un tempo fuori dal tempo: mi sembra di tuffarmi in un’epoca medievale sapientemente valorizzata, in un romanzo storico dalle pagine gialle ma egregiamente conservate.
La piazza del mercato, la più antica d’Europa, è un vero patrimonio dell’umanità… grazie Unesco!
Cracovia – Kazimiert
Anche il quartiere Kazimiert ha un fascino particolare: degradato e pericoloso fino agli anni 90, ha guadagnato vigore ed è stato rinnovato a fini turistici dopo essere stato portato agli albori dal film Schindler’s list nel ‘93, e da allora ospita ex Sinagoghe adibite a centri culturali, eventi, gallerie d’arte e ristoranti kosher.
Dove mangiare a Cracovia
Ovunque, in generale, ed anche la sera, è piacevole passeggiare e farsi presendere dai pub, caffè ristoranti e locali in genere che si affacciano con i loro tavoli sulle strade ospitando ragazzi e adulti locali e stranieri.
La sera, mangiando in un locale chiamato Polakowski, mi calo nelle usanze degli abitanti del posto: ci si può sedere al tavolo tutti insieme, in un attimo sono circondata da polacchi che si gustano i loro pierogi o i bigos o le zuppe come se fossimo una grande famiglia…
Escursioni da Cracovia – Auschwitz e Birkenau
Last but not least come non menzionare la visita ad Auschwitz e Birkenau: toccante e scioccante entrare nei casermoni dove dormivano gli ebrei deportati, vedere il muro dove venivano fucilati, entrare nelle camere a gas con i vicini forni crematori, passare di fronte alle varie stanze a vetri dove si vedono i loro capelli (venivano rasati), o le loro scarpe, o i loro utensili da cucina, o le loro valigie, che si portavano ingannati dalla falsa illusione di una vita migliore, e ancora seguire le rotaie dei convogli che arrivavano ai campi con i nuovi arrivati.
Questi sono fatti umani, e come i corsi e i ricorsi della storia ci insegnano, si ripetono purtroppo.
‘Coloro che non ricordano il passato sono condannati a ripeterlo’…(George Santayana).
Episodi di un viaggio in Polonia – Avventure in Ostello e incontri particolari
Ad ogni modo, non vorrei concludere all’insegna della tristezza e quindi cito alcuni episodi simpatici che hanno ‘colorito’ il viaggio: per esempio il tizio che la prima sera all’una di notte non trova la mia prenotazione al pc e mi fa aspettare mezz’ora parlando in polacco a dispetto del mio sguardo stranito. Forse si è convinto quando punto sul divano della reception e si accorge che volente o nolente, sarò un ospite dell’ostello.
O l’attesa di fronte al secondo ostello il giorno dopo, quando suono per 40 minuti il citofono alle 8 del mattino e grazie al cielo arriva a togliermi dalla strada quella che poi il mio cervello associa alla donna delle pulizie. Chiunque fosse, per me rimarrà sempre la mia salvatrice.
O il momento di pausa pranzo su uno scalino alto sotto alla Zygmunt’s Column (la colonna di Sigismondo) di fronte al Castello reale, quando si avvicina un vecchio polacco e inizia a farmi domande in inglese: tourist? What’s your name? Where do you come from? Ohhh Italy, grazie e buon appetito signorina… E poi, colpo di scena: Chiara, qual è il senso della vita di un uomo?
Domanda da un milione di dollari, anzi di zloti. Lo guardo: me lo sto chiedendo anche io da qualche mese a questa parte, che questo vecchio in realtà sia un angelo venuto dal cielo a illuminarmi sul mio cammino in questa mia fase di crisi metafisico esistenziale? …
Chiara, Chiara: appoggia un braccio sulla mia spalla. Ecco, ora mi darà un messaggio utile per ripartire nella mia vita.
Chiara: “ho capito quando ti ho visto che… Non posso vivere senza di te… “
Cosa??? Senti vecchio, togli subito la mano dal mio braccio o ti tiro una centra… me ne vado e mi segue, ma sono abbastanza allenata per correre velocemente e seminarlo.
Beh, in effetti se fosse stato un messaggero di Dio il mio nome almeno l’avrebbe saputo….
Per rimanere in tema religioso assisto poi a parte della Messa nella Chiesa della Santa Trinità a Cracovia: la liturgia sta per volgere al termine, tre preti stanno celebrando all’altare e a un certo punto si vedono due ragazze adolescenti che si avvicinano e fanno un breve discorso al microfono. Di tanto in tanto lanciano qualche risatina e d’un tratto una tira fuori un barattolo e inizia a fare delle bolle di sapone… dopo un minuto smette e tutti se ne vanno. Il significato di tutto ciò rimarrà’ per me un mistero, certamente non ho mai desiderato come in quel momento capire cosa diavolo dicessero gli autoctoni.
E vogliamo parlare dell’atterraggio di emergenza a Parma causa maltempo all’aeroporto di Bergamo, con conseguente allestimento di pullman sostitutivi per rientrare alla base?
Il senso di viaggiare da soli
Va beh, in fondo poi è proprio questo che mi piace dei viaggi, soprattutto se fatti in solitaria: non sai mai cosa ti capiterà e devi fare i conti con imprevisti last second che ti obbligano a cavartela da solo. Ma sono anche occasioni di incontri fortuiti e piacevoli: ho scambiato delle belle chiacchierate con tante persone. Ringrazio Veronica, italiana residente a Cracovia, una ragazza polacca (nome non pervenuto) che tra tutti i posti visti in Italia cosa non va a visitare? Caorle, il paese natio di mia mamma;
e il Professore dell’Accademia di belle Arti di Brescia che mi ha dato alcune pillole sul corso di fotografia creativa che insegna, oltre a propormi degli interessanti spunti di riflessione sulla mia vita.
E allora è già tempo di risalire sulla giostra… e sono contenta perché questo è il tempo meglio speso, quello in cui facciamo ciò che ci fa sentire vivi.
Arianna
Cześć Chiara! Anche io sono stata a Varsavia a trovare dei miei amici qualche anno fa e mi era piaciuta molto. Trarrò spunto dal tuo racconto per la prossima visita in terra polacca! Grazie 🙂
Dario
Bellissimo racconto di una città che porto nel cuore. Complimenti
Valeria
Grazie… lo dirò a Chiara, che ha scritto il racconto.