Evidentemente è questo che viene alla mente alle persone quando pronuncio la parola Colombia, in risposta alla domanda “Dove vai in vacanza quest’anno?”.
In molti infatti mi hanno risposto “ma non è pericoloso?”, “Ma sei sicura?”, “Ma cosa ci vai a fare???”.
Cosa ci vado a fare? A me, sin dall’inizio la Colombia evocava (ma amme
tto che mi sono un po’ documentata) città dal fascino coloniale, mare (Oceano Pacifico e Caraibi, cosa volere di più?), Eldorado e civiltà scomparse, natura .. avevo infatti letto a riguardo un articolo sulla Penisola della Guajira, selvaggia zona al confine con il Venezuela, la punta più a Nord dell’America del SUD, terra disabitata fatta di deserto e mare.
In effetti è una terra varia e variegata, che può accontentare tutti i gusti: deserti, foreste (amazzoniche!), città e paesini coloniali, mare e balene (o tropici), caffè e piantagioni e poi città e movida (salsa!)
Sono partita, quindi, un po’ in allarme… mi sono detta: “qui bisogna stare all’occhio”, ho trovato una terra ospitale e persone gentili e sempre disponibili. Ho respirato la voglia di apertura e di andare oltre a un passato sanguinoso (e ancora incombente). Soprattutto nelle zone rurali, meno abituate al turismo, la gente che abbiamo incontrato sui vari mezzi (bus, jeep, taxi collettivi) è curiosa e interessata ai turisti, nei confronti dei quali è protettiva e dispensa informazioni e consigli.
Ho respirato comunque un senso di sicurezza e pace (strano a dirsi in un Paese che è stato proprio in questi giorni alle prese con un referendum in cui la popolazione doveva o meno pronunciarsi a favore della pace). Forse perché il turismo di massa non è ancora così diffuso (se si esclude Cartagena e le isole), non ho assistito a quella voglia di “sfruttare”, e a volte fregare, il turista che, purtroppo esiste in molte altre realtà.
Anche dai commenti delle gente, non ho sentito la necessità di proteggere in ogni secondo borsa e macchina fotografica (come invece nelle grandi città di Messico o Perù). Nemmeno la polizia (o il famigerato esercito) ci ha dato problemi, ma anzi la percezione che ho avuto è che i turisti siano “sacri” e intoccabili.
Devo ammettere che a Bogotà ci sono rimasta poco e immagino che qui la situazione sia diversa e ci siano gli stessi problemi che esistono in ogni grande città del mondo: ad esempio il ragazzo della reception, così come è scritto su tutte le guide, ci ha detto di evitare il centro storico della città (Candelaria) nelle ore serali.
In definitiva però la Colombia sembra voler lasciare alle spalle la storia e aprirsi al futuro, come dimostra anche l’investimento dell’Ente del Turismo del Paese. Non so se sono io a essere stata più attenta alla destinazione, visto che ci dovevo andare, ma ho visto la destinazione Colombia molto più presente e promossa, rispetto al passato (ci hanno fatto persino Pechino Express 🙂
… il claim “Colombia es Realismo Magico”, che viene utilizzata anche come frase di inizio della nota serie “Narcos” con Wagner Moura e Boyd_Holbrook, è tutta un programma…
Se qualcuno ha esperienze (positive o negative) da condividere, ne sono contenta! Qual è la percezione che avete del Paese? Chi l’ha visitato cosa ne pensa?
[…] La Lonely Planet non si è ancora adeguata: la guida dedicata al Paese è ancora striminizita e riflette un passato di zone “precluse” al turismo di massa a causa di Farc e Guerrilla. […]