Questa volta vi presento un’altra viaggiatrice. Si tratta di Chiara Pasinetti, amica dai tempi dell’Università e da alcuni anni viaggiatrice incallita… anche lei spesso in solitaria.
Mi piace pensare di aver un poco influito nella sua passione per il Mondo, visto che alcuni anni fa l’ho trascinata in una rocambolesca esperienza di volontariato in Marocco che è stato uno dei suoi primi viaggi “africani”.. anche se oggi non ha più bisogno né di me né di nessun altro per viaggiare.
Oggi ci racconta i suoi giorni da viaggiatrice indipendente e low cost, in Polonia e cosa vedere a Varsavia e Cracovia.
Un altro giro di giostra… ed eccomi scendere al di qua (o al di là) della Vistola per approdare a Varsavia con successiva destinazione Cracovia.
Pare che ultimamente siano una meta in voga, ma io personalmente quando scelgo il viaggio presto attenzione solo ai moti interni del mio cuore (ed eventualmente ai moti terroristici in corso, giusto per andare subito ad esclusione).
Ryanair non mi delude neanche questa volta e subito apprezzo il rapido e puntuale viaggio in volo… possibile che mi sembri più corto di quello che faccio tutte le mattine per andare a Milano? Beh, sicuramente è più confortevole visto che sono seduta.
Varsavia – Diario di Viaggio e riflessioni sul centro
Quando arrivo a Srodmiescie, in prossimità del Palazzo della Cultura e della Scienza, eredità staliniana di realismo russo, il colpo d’occhio conferma subito ciò che avevo letto: alti palazzi, insegne al neon, e un Marriott che svetta orgogliosamente sulla scena… la modernità della ricostruzione totale dopo che la città era stata annichilita con la seconda guerra mondiale risuona chiaramente nell’area circostante.
Eppure tutto ciò che è stato ricostruito o si è conservato a Varsavia marca la Storia della città allo stesso modo di ciò che è scomparso. E come succede sempre nei casi in cui solo si può ricordare, la città è costellata di placche e di monumenti commemorativi che rievocano la tragicità del passato. La piastrella che rappresenta in miniatura ciò che era il quartiere dove erano segregati gli ebrei con il muro eretto dai nazisti (e poi da loro abbattuto per non lasciare traccia della loro nefandezza), così come il monumento che fronteggia il Ministero di giustizia e che ricorda i combattenti del moto d’insurrezione dell’agosto del ‘44 sono solo due piccoli esempi.
Simbolismo medievale e Nazionalismo
La cultura della città conserva alcuni tratti fondamentali:
il simbolismo medievale, che si traduce in sculture avvolte da leggende, come la sirenetta (simbolo della città, ‘sorella’ della sirenetta di Copenaghen) o l’orso (animale nel quale pare essersi trasformato il timido figlio di uno dei re del passato dopo avere visto la donna di cui era follemente innamorato data in sposa ad un altro uomo) o nella ‘creatura’ che pare vivesse in uno dei pittoreschi edifici che circondano la piazza del mercato in Stare Miasto (città vecchia);
il nazionalismo, sviluppatosi a partire dall’800 e che si rispecchia in un forte senso patriottico e, in modo più localizzato e se vogliamo più chiuso, in un forte campanilismo radicato nella popolazione, prescindendo dall’età e dal livello d’istruzione. Fa sorridere che gli abitanti della parte occidentale della Vistola siano reticenti a mettere piede sull’altro lato del fiume, o che Varsavia si dichiari superiore agli abitanti di Cracovia, nonostante poi questo affondi le sue radici anche nel fatto che entrambe sono state capitali della Polonia, e quindi si tratta di una diatriba antica…
Curioso poi l’uso che fanno dei nomi: associazioni improbabili e singolari senza logiche particolari, come il quartiere ‘Praga’, o i distretti denominati ‘volontà’ e ‘desiderio’ o i ‘Russian dumblings’, o il cognome baffo bianco che è rimasto nel tempo dopo che simboleggiava nel passato potere (baffo) e saggezza (il colore bianco).
Varsavia – cosa vedere e cosa fare
Cosa mi è piaciuto di più: uno scorcio panoramico nel Parco Lazienki, con il bacino lacustre, le fronde erbose, gli alberi digradanti sull’acqua e il loro riflesso sullo specchio d’acqua, i fiori a fare da cornice e una barca che sosta pacificamente al centro del laghetto; non so il motivo, forse mi ricorda i quadri impressionisti di Monet che amo particolarmente, o forse richiama il mio inconscio al mio innato spirito romantico di ricondurmi alla Natura…
E poi un ricordo ‘sociale’: sabato sera, ore 20.30, centinaia di ragazzi e adulti seduti ai due lati della Vistola a godersi le ultime luci sorseggiando tutti, e sottolineo tutti, una bottiglia o bicchiere di birra o vodka o alcol, con lo stadio di Varsavia sovrastante le nostre spalle… So che può sembrare bizzarro che tra tutto ciò che ho visto mi sia rimasta impressa questa immagine, ma ognuno viene smosso nelle corde del suo cuore in modo diverso, si vede che le mie risuonano a vedere i raduni, o forse gli sbevazzoni…
Il viaggio prosegue a Cracovia…
Autrice dell’articolo: Chiara Pasinetti
Grazie a Chiara per il contributo.
[…] E’ stata, poche settimane fa, in Polonia per un week end lungo e ci ha già raccontato la prima tappa a Varsavia. […]