Questa settimana do lo spazio a Chiara, che nel post seguente ci racconta di uno dei suoi ultimi viaggi: un viaggio in Giordania sulla Strada dei Re.
Chiara è una grande viaggiatrice e già ha dato il suo contributo a Mente in viaggio in passato.
Potete ad esempio leggere del suo weekend a Cracovia da sola e del suo Viaggio in Perù con Avventure nel Mondo.
Questa volta ci porta in Giordania.
Viaggio in Giordania: un itinerario sulla “Strada dei Re”
Il viaggio in Giordania è stato un crescendo di emozioni, che sono aumentate nel corso dei giorni di pari passo con i luoghi esplorati.
L’itinerario si è articolato sulla ‘strada dei Re’, un lungo nastro di strada serpeggiante che si snoda da Amman a Petra, utilizzata prima dai Nabatei per il trasporto e commercio delle spezie, in seguito fortificata dai Romani durante le crociate, utilizzata anche come strada per il pellegrinaggio dai Cristiani e come via verso la Mecca dai Musulmani. La Strada dei Re deriva il suo nome dal fatto che le principali arterie di traffico dell’Oriente arabo vengono spesso definite ‘strade reali’.
L’arteria serpeggia tra colline coltivate ed aridi deserti, scorre sopra dighe, percorre ampi canyon e attraversa piccoli villaggi rurali dando un’idea molto chiara di quello che è il variegato territorio della Giordania.
E’ un viaggio nella leggenda e nel cuore, come percorrere un libro di storia aperto. La Giordania si trova in una posizione strategicamente cruciale, al centro di conflitti antichi e moderni. E’ un luogo di gente in cammino, che si è incontrata, scontrata, amalgamandosi con il tempo, senza mai smettere di essere fiera della propria identità e delle proprie origini. In questo senso, la Giordania, immersa nel mondo arabo, è uno straordinario esempio di convivenza civile.
Varietà è la parola che mi porto a casa da questa esperienza: ho potuto fare un viaggio ‘temporale’, in diverse epoche storiche, e ‘spaziale’, in territori dalle caratteristiche multiformi.
Imperatori greci, conquistatori romani, profeti cristiani, sovrani bizantini e guerrieri islamici fanno rievocare alla mente una cronologia storica ricca e unica.
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Imperatori greci in Giordania
La vittoria di Alessandro Magno contro i persiani apre la conquista della Giordania: Amman (chiamata Filadelfia), Gadara, Pella e Gerasa (Jerash) fioriscono sotto il dominio ellenistico.
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Conquistatori romani in Giordania
L’ingresso al vasto sito archeologico di Jerash, è segnato dall’imponente arco di trionfo costruito in onore dell’imperatore Adriano, durante il cui regno raggiunse il suo massimo splendore.
Circondata da spesse e lunghe mura, intervallate da porte e torri, Jerash ospita, tra i suoi resti più importanti, un’antica piazza ovale circondata da un colonnato composto da 56 colonne di stile ionico, il tempio di Artemide, il più maestoso del sito, il teatro, che ha una capienza di 4.000 persone e che viene ancora oggi utilizzato. Ci sono poi alcune chiese costruite in epoca bizantina: tra le meglio conservate vi sono quelle di S.Giorgio, S.Giovanni e Ss. Cosma e Damiano.
La luce è protagonista e sovrana, la luminosità delle diverse ore del giorno cattura l’anima.
I resti romani di Jerash mi ricordano molti siti storici della Sicilia, e mi fanno pensare che anche in luoghi geograficamente distanti possiamo ritrovare qualcosa di familiare e che esiste una sorta di filo conduttore invisibile che ci lega indissolubilmente e ricostruisce le tessere della nostra Storia.
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Profeti cristiani in Giordania
Sulla sponda orientale del Giordano transitarono numerosi profeti, come Abramo, Giacobbe, Mosè, Giovanni Battista e lo stesso Gesù. La valle del Giordano resta l’unica zona fertile della Giordania, e le sue terre sono state rese ancora più produttive da vari interventi di canalizzazione che, però, hanno portato a una forte riduzione della portata del celebre fiume. Alurdun, ‘’l’abbeveratoio’’, ecco cosa significa Giordano.
La sua valle conserva un profondo significato religioso per i cristiani. Insieme a Israele e ai Territori palestinesi, la Giordania è stata per secoli meta di pellegrinaggi religiosi. Indipendentemente dalla credibilità o meno che si riconosce alla Bibbia, numerose testimonianze archeologiche attestano che molti luoghi descritti nei libri sacri sono effettivamente esistiti.
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Betania
Il sito di gran lunga più importante è Betania, al di là del Giordano, dove, secondo la tradizione, Gesù sarebbe stato battezzato e dove Elia ascese al cielo su di un carro fiammeggiante. Un breve percorso conduce al fonte battesimale e proseguendo fino alla riva del fiume, si arriva fino al confine con Israele. A nord di questa località, Giosuè condusse le tribù d‘Israele nella Terra Promessa attraversando il fiume Giordano.
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Il Monte Nebo
Lungo l’antica via dei pellegrini si raggiunge il Monte Nebo, dove secondo quanto scritto nell’ultimo capitolo del Deuteronomio, Mosè giunse dopo quarant’ anni di peregrinazione nel deserto dopo la fuga dall’ Egitto. Su questo Monte si avverò la profezia preannunciata da Dio a Mosè. Dio infatti aveva annunciato a Mosè che avrebbe visto la Terra Promessa ma non avrebbe potuto entrarci. Così, una volta che Mosè fu giunto sulla sommità del monte, Dio gli mostrò tutta la pianura del Giordano, Gerusalemme e tutta la terra di Giuda. Successivamente, secondo le Scritture, Mosè morì e fu sepolto da Dio stesso nella pianura di Moab ma nessuno trovò più la sua tomba.
« Poi Mosè salì dalle pianure di Moab sul monte Nebo, in vetta al Pisga, che è di fronte a Gerico. E il Signore gli fece vedere tutto il paese: Galaad fino a Dan,
tutto Neftali, il paese di Efraim e di Manasse, tutto il paese di Giuda fino al mare occidentale,
la regione meridionale, il bacino del Giordano e la valle di Gerico, città delle palme, fino a Soar. »
(Deuteronomio, 34:1-3)
Penso che la visita dei luoghi di biblica memoria sia una grande esperienza spirituale a prescindere dalle credenze religiose del singolo.
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Sovrani bizantini in Giordania
Nel 324 l’imperatore Costantino si converte al Cristianesimo, che dopo la sua morte diventa la religione ufficiale dell’impero bizantino. E a proposito di Cristianità, come non citare Madaba, la cittadina conosciuta come la città dei mosaici di epoca bizantina. All’interno della chiesa greco-ortodossa di S.Giorgio si può vedere quello più famoso che raffigura la mappa della Palestina. Una serie dei sepolture e alcuni incendi hanno danneggiato questo stupendo mosaico che in origine contava più di 2 milioni di tessere. Misura 16 x 16 metri e rappresenta la pianta della Palestina con l’Egitto, il Nilo e il fiume giordano. Questo capolavoro è stato concepito per dare informazioni ai pellegrini sulla Terra Santa: un vero e proprio ufficio turistico con segnalate in rosso le località più importanti.
Oggi l’antica tradizione bizantina dei mosaici di Madaba è portata avanti con entusiasmo e maestria dai giovani delle numerose botteghe artigiane. Un’attività che è diventata una vera e propria risorsa e i mosaici di Madaba sono noti in tutto il mondo.
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Guerrieri islamici
Le armate dell’Islam e della cristianità si sono scontrate più volte nella storia e le conseguenze dei conflitti religiosi pesano tuttora sul Medio Oriente.
Le crociate dei secoli XII e XIII sono tra i primi conflitti celebri che videro fronteggiarsi musulmani e cristiani. I castelli ubicati tra montagne verdi ricoperte dal pino siriano, come quello di Ash Shuback che abbiamo visitato, furono utilizzati come posti di vedetta e tappe per i piccioni che portavano messaggi. Grazie alle efficienti comunicazioni garantite da questa strategia davvero originale, si potrebbe quasi dire che i crociati furono sconfitti non dalla potenza militare dell’Islam, ma dalle ali delle loro colombe di pace.
Il viaggio di Chiara non finisce qui.
Puoi seguire il suo racconto su cosa vedere in Giordania, tra Petra, Wadi Rum e Mar Morto.